Nella stazione della Circumvesuviana di Sant’Anastasia è stato arrestato il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito. L’uomo era fuggito dagli arresti domiciliari, a Milano. È stato fermato mentre aspettava un taxi ed è stato sorpreso con i documenti del fratello, che gli assomigliava.
Arrestato il killer della ‘ndrangheta a Sant’Anastasia
I carabinieri di Milano, con il supporto dei colleghi di Napoli, hanno catturato il killer della ‘ndrangheta Sestito Massimiliano, evaso dai domiciliari a Pero, nel milanese, il 30 gennaio. Il fuggiasco è stato rintracciato e catturato dai militari alla Stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia in provincia di Napoli.
I santini, le chiavette usb e l’appunto misterioso
Nelle tasche di Massimiliano Sestito i carabinieri hanno trovato di tutto: un santino di Gesù e uno della Madonna, ma non solo. Anche chiavette usb e schede micro Sd oltre alka carta d’indentità del fratello. Due cellulari, un po’ di contanti e un misterioso appunto: “Casa circondariale Terni 900+1050“.
La fuga preparata da tempo
Massimiliano Sestito, il killer della ‘ndrangheta, era scomparso due giorni fa dall’abitazione di Pero (Milano) dove era agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, ucciso nel 2013.
La fuga nel 2013
Sestito era già fuggito nell’agosto del 2013, quando non era rientrato dalla semilibertà nel carcere romano di Rebibbia, ed era stato poi riarrestato mentre si trovava nel Salernitano.
Le condanne
È ritenuto esponente della cosca Iezzo Chiefari Procopio e fu condannato per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio a un posto di blocco a Soverato il 20 agosto 1991.
Vincenzo Femia, 76 anni calabrese della cosca di San Luca (Reggio Calabria), fu invece ucciso il 24 gennaio 2013 lungo l’Ardeatina, a Roma. Per quel delitto Sestito fu raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare nel 2014. Nel 2021 è stato condannato all’ergastolo nel processo in appello dopo due rinvii da parte della Suprema corte. Nel giugno dell’anno scorso, gli è stato concesso il braccialetto elettronico, chiesta dalla difesa.
La Cassazione
Domani la Cassazione, che aveva già annullato due volte con rinvio la condanna all’ergastolo, dovrà decidere nuovamente sulla sorte del ‘killer’ latitante che aveva già scontato 30 anni per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio avvenuto nel 1991.