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Arresti a Pomigliano d’Arco, l’ordine del boss: “Adesso vai a pulire le pistole, devi prepararti per le rapine”

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Continuano le indagini che hanno portato a 27 arresti dei carabinieri nei giorni scorsi a Pomigliano d’Arco, l’ordine del boss: “Adesso vai a pulire le pistole, devi prepararti per le rapine”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Arresti a Pomigliano, l’ordine del boss: “Devi prepararti per le rapine”

Due individui sconosciuti lo aggredirono. Indossavano cappucci e sfogarono una violenza irrazionale e improvvisa. Calci e pugni contro il candidato sindaco, costretto a cercare assistenza medica nel bel mezzo della campagna elettorale per il comune vesuviano. Questo è solo uno degli aspetti emersi dalla Pomigliano Connection, che evidenzia il radicamento mafioso in uno dei territori più prosperi dal punto di vista economico e culturale dell’area metropolitana. Il giorno dopo gli arresti disposti dal gip Enrico Campoli (sotto l’inchiesta del pm Henery John Woodcock), si inizia a fare il punto sulle numerose segnalazioni ricevute negli anni dal territorio coinvolto nelle indagini. Sono stati effettuati 27 arresti per racket, possesso di armi e reati di camorra. Una situazione che potrebbe includere altri episodi recenti avvenuti a Pomigliano d’Arco.

Come nel caso del pestaggio di Salvatore Cioffi, candidato dei Verdi nel 2023, che rimane avvolto nel mistero. Secondo la denuncia, Cioffi sarebbe stato aggredito da due individui con il volto coperto. Non ci sono state parole né rivendicazioni da parte degli aggressori, rendendo l’episodio una vera e propria spedizione punitiva. Tuttavia, alla luce dell’attenzione dei carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna, guidati dal maggiore Andrea Coratza, e dei carabinieri del comando provinciale, sotto la direzione del generale Biagio Storniolo, questo evento potrebbe essere esaminato da una nuova prospettiva.

Le indagini

Quello di Pomigliano d’Arco è un caso di rilevanza nazionale. Da alcuni mesi, è in corso una commissione di accesso al Comune per verificare la trasparenza degli atti amministrativi. In attesa del giudizio dei commissari, è importante sottolineare che il sindaco Raffaele Russo, che non è sotto indagine, ha sempre sostenuto – anche recentemente – l’assenza di infiltrazioni mafiose all’interno del Palazzo municipale.

Rimaniamo sui provvedimenti giudiziari notificati due giorni fa, al termine delle indagini condotte dalla Procura di Nicola Gratteri. Le vittime di racket e rapine sono numerose, e la violenza è estrema. I protagonisti di queste vicende sono minori. Le indagini della procuratrice Patrizia Imperato rivelano un quadro inquietante. Quattro ragazzi sono stati arrestati e sono legati a un gruppo che farebbe riferimento a Olindo Cipolletta, il presunto boss che, secondo l’antimafia, si oppone a quello dei Ferretti. Proviamo a raccogliere le impressioni di due minorenni dopo aver rapinato una ragazza, portando via auto, cellulari e portafogli. Ignari di essere intercettati, raccontano la loro esperienza: «Hai visto cosa diceva?», riferendosi alla ragazza. Uno dei rapinatori ha risposto: «Certo che ho visto… mi diceva di lasciare almeno i documenti…». In un’altra intercettazione, si confronta questa affermazione: «Abbiamo colpito a Pomigliano, Casalnuovo e Afragola», riguardo alle aree interessate dai raid.

Le armi

Anche il capitolo relativo alle armi è particolarmente variegato, come dimostra il fatto che il presunto boss Olindo Cipolletta si rivolga al suo gruppo per la preparazione delle armi. Una frase intercettata dalle cimici suona come un ordine categorico: «Dobbiamo pulirle, vai un attimo fra’». A cosa si riferisce? È semplice: alla necessità di rimuovere ogni traccia dalle pistole che verranno utilizzate per agguati, stese o rapine.

Le immagini, in questa vicenda, hanno avuto un ruolo fondamentale. Si tratta di quelle degli spari nell’androne di un palazzo, ma anche di quelle della rapina avvenuta al Butter Burger solo pochi mesi fa. Queste immagini hanno circolato ampiamente online, in riferimento ai colpi sparati in aria – simili a un assalto in stile western – dopo il furto dell’incasso. In questo contesto, il parlamentare Avs Francesco Borrelli ha richiesto indagini da parte della commissione di accesso, soprattutto in relazione a un episodio particolare che ora richiede ulteriori approfondimenti: il pestaggio di un candidato a pochi passi da un seggio elettorale. Si tratta di un mistero, e si attendono i risultati delle nuove verifiche.

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