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Attentato a piazza Nazionale, ombre sul movente del killer che sparò alla piccola Noemi

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Non è ancora chiaro il movente dell’attentato di piazza Nazionale. Nella sparatoria rimase ferita la piccola Noemi. Decisivo sarà l’interrogatorio a Nurcaro, l’obiettivo originale dell’agguato. Nelle intercettazioni rilevate, è lui stesso a riconoscere l’uomo che ha sparato.

Attentato a piazza Nazionale, ombre sul movente

Un’organizzazione criminale padrona del territorio, «che volutamente spettacolarizza la propria azione», che mostra una «assoluta indifferenza per il destino di persone estranee, in particolare di donne e bambini».
Sono queste le motivazioni che spingono i giudici del Riesame a confermare gli arresti a carico dei fratelli Antonio e Armando Del Re, ritenuti responsabili dell’agguato in piazza Nazionale, quello – per intenderci – in cui viene ferita per errore anche la piccola Noemi. Quindici pagine per confermare coerenza e attendibilità delle indagini, ma anche per ricostruire lo scenario criminale che ha fatto da sfondo all’agguato dello scorso tre maggio. Vicini ai Rinaldi, quindi ai Contini, a loro volta padroni del Vasto. Quanto basta ad assegnare ai fratelli Antonio e Armando Del Re una buona dose di libertà di movimento nella zona di piazza Nazionale, che puntavano a uccidere Salvatore Nurcaro, a sua volta miracolosamente sopravvissuto all’agguato. C’entra il metodo mafioso, scrivono i giudici.

Tutti i movimenti

Non è chiarissimo il movente dell’agguato, ma il contesto e il modo di agire ha a che vedere con logiche tra clan. Ottava sezione del Riesame, restano in vita dei dubbi solo sul movente della sparatoria che ha pericolosamente ferito una bambina di appena 4 anni: «Non v’è dubbio che l’accaduto debba essere inquadrato in un contesto di criminalità organizzata, ambiente al quale appartengono tanto il Nurcaro, quanto gli indagati. Come si desume anche dal contenuto delle intercettazioni ambientali successive al fatto, neppure la persone offese e i suoi familiari conoscono l’effettiva ragione dell’agguato. Formulando in proposito ipotesi alternative tutte astrattamente plausibili».

Indagini ancora in corso

Al lavoro i Pm Antonella Fratello e Simona Rossi, indicato come l’uomo nero che fa fuoco in via Acquaviva. Difesi dai penalisti Claudio Davino, Antonietta Genovino, Leopoldo Perone, i due fratelli Del Re hanno sempre respinto le accuse. Probabilmente puntano ora a un ricorso per Cassazione. Indagine fondata sui captatori informatici. Immagazzinati i passaggi della Benelli gialla rubata, e usata dall’uomo vestito di nero. Anche sulle immagini ricavate da telecamere di corso Arnaldo Lucci. Ora si attende un probabile punto di svolta. Questo è legato all’interrogatorio di Nurcaro, il sopravvissuto.

Ai suoi parenti ha confessato di aver riconosciuto l’attentatore, l’uomo vestito di nero: ora Nurcaro è chiamato a rispondere alle domande dei Pm.

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