La banda del trapano colpisce per la 50esima volta a Napoli. Furto, rapina e tanto altro messo a segno dalla banda a Napoli e provincia.
La banda del trapano colpisce per la 50esima volta a Napoli
«Dammi subito la fede»: con la pistola giocattolo arricchita dalla punta di un trapano sfondano il finestrino dell’auto e si fanno consegnare il cerchietto d’oro. Se individuano una borsa o un cellulare arraffano pure quello e poi spariscono nel nulla. Sono in due, viaggiano a bordo di uno scooter, e sono sempre vestiti di nero. Sono il terrore dei Colli Aminei e giorno dopo giorno seminano panico tra i cittadini, le donne soprattutto, che sono la loro preda preferita. Su di loro indagano a ritmo, serrato le forze dell’ordine, che, denuncia dopo denuncia, ne stanno ricostruendo l’itinerario.
Le rapine
Solo ieri sono state segnalate tre rapine: una in via Bosco di Capodimonte nei pressi della scuola media Verga, una in via Lieti e una terza in viale Farnesi. Alla fine di gennaio la rapina a una donna nei pressi della scuola media Cavour, il 12 febbraio l’incendio a una pompa di benzina su cui si continua a indagare: gli abitanti della zona non ne possono più e l’allarme rimbalza sui social. Sulla pagina Facebook “Quelli della Pineta” Giuliana scrive: “Ragazzi mi hanno appena informata dell’ennesima rapina della giornata fuori alla scuola Verga….. Sperando che il conto non aumenti è assolutamente arrivato il momento di chiedere tutti uniti più controlli sul territorio”. E Stefano risponde: «Ma è un accerchiamento!!! Hanno deciso di prendere proprio di mira la zona!”. Sulla pagina del gruppo I mitici Colli Aminei, invece, Marilisa protesta: “Io i controlli e la presenza delle Forze dell’ordine ai Colli Aminei non li ho mai visti e continuo a non vederli».
Il consigliere della terza municipalità, Gennaro Acampora, dà voce alla preoccupazione del quartiere e scrive al ministro degli Interni, al Prefetto, al Sindaco, al Presidente della Regione sottolineando che nella zona nell’ultimo mese ci sono stati cinquanta assalti, tra furti e rapine e chiedendo rinforzi per il commissariato di zone e soprattutto «l’attivazione della videosorveglianza finanziata dalla Regione e mai realizzata dal Comune», come è scritto nella lettera.