NAPOLI. Il regime di carcere duro deprime il boss Michele Zagaria. È quanto dichiarato dai legali in una relazione con consulenza medica nella quale si segnala il forte stato depressivo del boss dei Casalesi. La relazione è stata presentata ai giudici che si occupano dei processi di cui è imputato Zagaria. Nel mirino dei difensori dell’ex boss il 41bis a cui il loro assistito è costretto. La notizia è riportata dall’Ansa.
Zagaria depresso dal 41bis
Michele Zagaria è detenuto nel carcere Milano-Opera in un regime che i legali Angelo Raucci e Andrea Imperato definiscono “troppo duro”. Tanto che “per protesta Zagaria ad alcuni processi ha revocato me e il collega, ovviamente solo per alcuni procedimenti nei quali ha deciso di non difendersi più”.
Zagaria avrebbe manifestato tendenze suicide. Infatti nella sua cella è stata rafforzata la videosorveglianza: ora è controllato anche quando va in bagno.
“Non è insofferenza a un sistema che non riesce a controllare, – afferma Barbara Lettieri, l’avvocato che gli cura gli aspetti legati all’esecuzione della pena – bensì una protesta contro una restrizione che lo vessa impedendogli anche l’esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti come studio, salute, cura, socialità e lavoro”.
“Il suo non è un problema economico, ma di stato mentale”, aggiunge lo stesso Raucci. “Uno dei giudici cui abbiamo inviato la relazione, il gup del tribunale di Napoli Claudia Picciotti, davanti alla quale pende il processo per l’estorsione al Polo calzaturiero di Carinaro, ha anche scritto al Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, ndr) per capire cosa stesse succedendo a Zagaria, senza ricevere però risposta”.
Zagaria lamenta soprattutto “la mancanza di un compagno per l’ora di socialità; il carcere non ne riesce a trovarne uno che vada bene, ma anche il cambio del medico psichiatra che seguiva Zagaria per il suo stato depressivo; il nuovo non gli prescrive più medicinali, e per lui la situazione si fa sempre più complicata“.