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Camorra, clan Abbinante | La storia, le origini, i protagonisti

Operazione Dia Arresti Abbinante

Operazione Dia Arresti Abbinante

Il clan Abbinante è un clan di camorra presente nella città di Napoli. Le aree controllate dal gruppo sono prevalentemente nella zona Nord, come Comune di Marano di Napoli, ma soprattutto Scampia.

La stampa, ne racconta le vicende di cronaca; gli organi investigativi, i profili criminologici. L’inchiesta ne ha messo insieme le informazioni e ne ha ripercorso i fatti.

Alcuni di questi nomi e clan appartenevano e appartengono alla storia della camorra napoletana e non solo. Dall’antichità i cosiddetti uomini d’onore, o anche “guappi”, qualora loro veniva fatta una offesa, con il classico schiaffo con il guanto, con la cosiddetta richiesta di “soddisfazione”, ovvero, richiesta di duello riparatorio con lo scopo di mettere termine ad una disonorevole situazione, o ad una ingiusta azione, metteva d’accordo due uomini rivali a fare un duello in pubblico, scegliendo luogo, armi, modalità e punizione.

Le modalità dello scontro potevano essere semplicemente i pugni, i coltelli , con la cosiddetta “Zumpata”, che prende il nome dal salto con il quale si cercava di colpire con il coltello l’avversario; con una giacca a protezione l’altro braccio, che brandiva il coltello libero per offendere.

Quella era l’era dello scontro corpo a corpo, quando chi perdeva si poteva salvare la vita con delle umili scuse, o poteva morire con onore e dignità, per propria scelta.

Poi, arrivarono le pistole e terminò l’era dei “Guappi”, così, iniziò quella dei boss.

La parola “onore” cambiò significato, diventò una parola “vuota” e “finta”, con un solo unico scopo, l’interesse, ha versato e fatto versare sangue, colpevole e innocente, ha inventato illusorie regole profane e le ha nascoste dietro simboli sacri, per spaventare e per farle rispettare con la violenza, per controllare i più deboli e legittimare i propri peccati.

Ecco gli avvenimenti

Clan Abbinante: storia, le origini, i protagonisti

Il clan Abbinante fu fondato dalla famiglia Abbinante negli anni ‘80, da diversi parenti e fedelissimi affiliati.

Raffaele Abbinante, detto “Papele e Marano”, iniziò la sua “carriera criminale” come affiliato con il clan Nuvoletta, divenuto poi uno dei pochi uomini di fiducia del super latitante Paolo Di Lauro, si guadagno un ruoli di rielo.

Raffaele Abbinante

Lunedì 23 settembre 2002 vennero emanate nei suoi confronti due custodie cautelari, emesse dal gip del Tribunale di Napoli per i delitti di: “associazione di tipo mafioso con finalità di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti e contrabbando di sigarette”.

I fratelli Abbinante, prima di passare con il gruppo degli “spagnoli”, erano ritenuti dagli investigatori elementi di vertice del clan di spacciatori capeggiato da Paolo Di Lauro, detto  “O MIlionaro”.

Tra le celle del carcere di Poggioreale e nelle camere di sicurezza del Palazzo di Giustizia i fratelli parlavano tra di loro e decidevano il da farsi, per questo motivo, dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Prestieri, si decise di passare i detenuti al regime del 41bis.

Il giovane Francesco, figlio di Raffaele, condannato a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, era considerato un elemento di spicco del Clan Di Lauro nei primi anni del 2000 prima di schierarsi con gli Scissionisti.

La cattura

Si nascondeva in un appartamento di un parco residenziale in via Fava, a Marano, con la moglie e i tre figli. I carabinieri, che controllavano i movimenti dei familiari, avevano notato l’arrivo sospetto di 5 cartoni di pizza per una famiglia composta da 4 elementi. La mattina dopo una ventina di militari circondarono l’abitazione e fecero irruzione iniziando la perquisizione all’interno dell’abitazione.

Insospettiti dal notevole peso del divano, i militari lo ispezionarono nei minimi dettagli: “lui era lì che si nascondeva”.

Guido Abbinante, 51 anni, era ricoverato con una falsa identità, Costantino Castaldo, in una clinica di Maddaloni nel casertano per accertare alcuni problemi cardiaci, secondo la Direzione distrettuale antimafia, fu il mandante di uno dei cinquanta e più omicidi che insanguinarono la città durante la faida con il clan rivale Di Lauro.

Il ricercato era sfuggito ad un blitz, a Marano. Venerdì 8 novembre 2019, venne arrestato Antonio Abbinante, allora di 62 anni, considerato il nuovo super boss di Scampia. Abbinante è stato intercettato a Mugnano di Napoli insieme a due guardaspalle.

Tra Gomorra e realtà, la vendetta degli Abbinante come quella di Scianel contro Marinella

Quando la fantasia supera la realtà. L’episodio che nei giorni scorsi ha portato boss e ras degli Abbinante del Monterosa in carcere ricorda quanto accaduto nella seconda stagione della serie tv Gomorra.

Marinella, moglie di Raffaele Magliocca, boss detenuto e figlio della capopiazza Scianel, tradisce il marito intrattenendo una relazione extraconiugale con Mario, l’autista della donna boss. Un tradimento che, in questo caso, non resterà impunito con la stessa Scianel che per vendicarsi del disonore gettato dalla nuora sul figlio non esiterà a condannare a morte il giovane.

E’ andata decisamente meglio all’uomo che aveva intrecciato una relazione extraconiugale con la moglie di un ras del clan Abbinante detenuto.

Un affronto che il gruppo criminale di appartenenza non poteva né voleva tollerare.

A salvarlo, in pratica, i sostituti procuratori della Dda e gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli i quali, dopo avere capito che la morte dell’uomo era ormai imminente, hanno sottoposto a fermo mandanti ed esecutori materiali, quando, ormai, per la vittima era stata addirittura già scavata la fossa. I destinatari dei provvedimenti cautelari sono il boss Antonio Abbinante, suo nipote Raffaele, Antonio Esposito, Salvatore Morriale e Paolo Ciprio. La notizia del loro arresto era stata anticipata nei giorni scorsi da Internapoli

Relazione Dia

Dalle ultime informazione ricavate sul campo dagli Operatori dell Dia, coordinati dalla Dda di Napoli, il clan abbinante per accrescere e controllare aree più vaste, ha consolidato il già noto “poker criminale” Abete-Abbinante-Notturno-Aprea.

In questo modo riesce a gestire molte più zone e piazze, formando oltretutto una potenza “militare” notevole.

Dallo spaccio milionario di stupefacenti alle estorsioni porta a porta. E’ questo il quadro che emerge dalle indagini su tre presunti affiliati al clan Abete-Abbinante-Notturno-Aprea, è emerso una grande capacità nel settore estorsivo.Numerosissimi locali notturni, ristoranti, sale da gioco d’azzardo illegali  sono  sotto il loro controllo.

Molto bene armati, gli uomini del clan hanno esperienza e sono strategicamente addestrati a qualsiasi tipo di evenienza.

Dall’utilizzo di esplosivo ad armi da fuoco pesanti, quali fucili a pompa, Ak 47 Kalashnikov, pistole di grosso calibro, tra le loro fila ci sono veri e propri Sicari di esperienza militare.

Lo rendono uno dei clan più militarmente preparati sia a stese, sia a minacce e ripercussioni.

I loro affari restano il traffico di sostanze stupefacenti e armi, racket e infiltrazioni nelle gare d’appalto edili e  infiltrazioni nelle amministrazioni comunali.

In conclusione una rete “stile ragnatela” permette al clan di rinnovare continuamente ras, boss e capibastone, anche in casi di decapitazioni e duri colpi subiti da parte delle Forze Dello Stato.

Clan Abbinante oggi

Il clan Abbinante oggi è tuttora attivo e in fase di espansione.

Diverse sono le alleanze che sta stringendo con gruppi che spalleggiano, sostengono e rispettano gli accordi. I convenienti e opportuni scambi di tipo strategico rendono solidi e difficili fratture tra i gruppi.

Ricordiamo che il traffico di sostanze stupefacenti e armi, seppur stabile, sono una minima parte degli introiti del cartello. L’infiltrazione nelle amministrazioni pubbliche garantisce lo smercio dei materiali e l’impiego degli uomini di fiducia per le  attività di costruzioni.

Nei quartieri le estorsioni ai locali notturni e ai ristoranti mantengono l’economia stabile.

La gestione delle sale da gioco d’azzardo e lo strozzinaggio ai malcapitati mantengono le loro entrate. L’ultima frontiera del marketing sono i capi d’abbigliamento contraffatti, business che è arrivato a creare vero è proprio “mercato legale”. Non solo a Napoli, ma in tutta le capitali del mondo ci sono capi contraffatti venduti come originali, per introiti di milioni e milioni di euro.

L’ultima uscita sono i gadget della squadra di calcio del Napoli, che nell’eventualità vinca lo scudetto 2023, ha preventivato quasi un “miliardo” di euro di guadagno in nero.

In città, su circa 140 clan di camorra, quasi 140 clan di camorra sono in guerra, e quando si parla di guerra si parla di bombe, bazooka e Ak 47 Kalashnikov che si preparano e già si stanno sparando per il controllo di questo business.

Dovremmo fare un appunto sul fatto che a fare queste stese e questi agguati sono per lo più “e creature re paranze”.

Il Procuratore Generale di Napoli e gli organi di competenza sono in costante ricerca di una soluzione, ogni giorno in continua evoluzione.

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