Inchiesta Napoli, Napoli

Camorra, clan Lepre | La storia, le origini, i protagonisti

lepre clan
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La famiglia Lepre costituisce uno dei clan di camorra più antichi e potenti di Napoli, prevalentemente attivo nelle aree centrali della città, nella zona del Cavone di piazza Dante e zone limitrofe.

Nelle sue attività principali ci sono il contrabbando di sigarette, di armi, di droga e vestiti contraffatti. La stampa, ne racconta le vicende di cronaca; gli organi investigativi, i profili criminologici.

L’inchiesta, ha messo insieme le informazioni e ne ha ripercorso i fatti. Il resoconto che segue riguarda Ciro Lepre, detto “O’Sceriff”, la sua famiglia e il suo clan.

Clan Lepre : storia, origini, protagonisti

Il clan Lepre fu fondato da Ciro Lepre, detto “O Sheriff” per come gestiva il quartiere e i suoi affari, con i vecchi metodi della strada.

Ciro Lepre O Sheriff
Ciro Lepre O Sheriff

Insieme a Ciro Lepre c’era la sua famiglia, il fratello Francesco e gli zii Patrizio, detto ‘O Ninnil e Luigi, detto ’O Cinese.

Negli anni ‘90 il clan Lepre controllava la zona del centro di Napoli grazie soprattutto ai traffici di sigarette di contrabbando e poi delle estorsioni a tappeto. Ciro Lepre e il suo clan divennero noti per aver imposto le buste di plastica ai commercianti  per pagare il “pizzo” prima che si diffondesse questa usanza in tutti gli altri gruppi.

Ciro Lepre per decenni riuscì a mantenere l’ordine nei suoi vicoli fino a quando non venne arrestato per associazione a delinquere di tipo mafioso ed estorsione per aver imposto tangenti a una società che si occupava del lavaggio di biancheria ospedaliera a Napoli e Caserta.

Mentre era in carcere il comando passò al fratello e poi agli zii; ovviamente gli altri clan approfittarono della sua assenza. Durante un suo periodo di libertà, martedì 10 maggio 2005, mentre era in corso una faida tra il clan Misso e i Torino al rione Sanità, Ciro fu bersaglio di un clamoroso agguato, ma i sicari sbagliarono mira e venne colpito al volto da un proiettile che gli passò le guance da parte a parte. Di recente un pentito ha raccontato che a fare fuoco furono uomini del clan Terracciano dei Quartieri Spagnoli e non i Misso della Sanità.

Scorcio del Cavone
Scorcio del Cavone

Il 13 settembre 2014 suo fratello Carmine, detto ‘polpettone’, venne ucciso davanti ad un chiosco di bibite al Cavone. La risposta, secondo gli investigatori, arrivò tre anni dopo con un duplice omicidio in vico Nocelle.

Il 3 settembre 2016, a morire furono Salvatore Esposito, ras emergente del rione e il suo guardaspalle, Ciro Marfé.

“a morte ro Sheriff”

Dopo aver avuto una ischemia cardiaca il 28 maggio nel carcere di Nuoro in Sardegna, fu trasferito all’ospedale Molinette di Torino e infine dopo aver ricevuto i domiciliari il 2 marzo, dopo una lunga battaglia giudiziaria, sabato 1 settembre 2018 morì nella sua casa al rione Cavone, nel labirinto di vicoli tra via Salvator Rosa e piazza Dante a Napoli.

Clan Lepre oggi

La zona del Cavone di piazza Dante e le aree limitrofe sono attualmente sotto il controllo del clan Saltalamacchia, che dai Quartieri Spagnoli è riuscito a conquistare i vicoli del centro città. Secondo gli investigatori quell’area produce redditi criminali per oltre un milione di euro all’anno grazie soprattutto allo spaccio di droga al dettaglio legato alla movida del centro storico.

Il clan Lepre, di contro, riesce a mantenere il controllo di alcuni vicoli strategici avendo la propria roccaforte in zona Cavone. Con la formazione di nuove paranze e arruolando nuove leve, periodicamente fanno le cosiddette “stese” per recuperare vecchi territori e piazze di spaccio.

Il centro di Napoli è diventato, infatti, una zona calda ed è in corso una faida con il clan Saltalamacchia.

Nell’ultimo mese ci sono stati diversi agguati e diversi feriti.

L’età degli affiliati è mediamente scesa; gli scontri non sono solo stese, ovvero sparatorie con armi da fuoco, ma avvengono aggressioni di ogni genere e spesso utilizzando come arma i coltelli.

Relazione Dia

Il clan Lepre è stato oggetto di diversi blitz da parte della Squadra Mobile di Napoli e ad oggi diversi boss storici e fiancheggiatori si trovano in carcere, mentre altri sono morti.

Tuttavia, il clan persiste nell’avere una forte smania di espansione e di potere, continuando ad agire in modo rapido e mai scontato; il gruppo Saltalamacchia, di contro, ha appoggi di prestigio e molto potenti ed è questo che preoccupa le Forze dell’Ordine.

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Nella zona centrale di Napoli, nei vicoli, nelle zone della movida e delle attività commerciali, dove si fondono la profonda povertà e la ricchezza dei locali e delle zone per bene, è lì che avvengono gli scontri più feroci.

Conosciamo la storia della paranza dei bambini Sibillo “ES17”, che per diverso tempo è riuscito a tenere testa a clan molto più forti e organizzati.

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Forse, il clan Lepre, potrebbe essere la nuova paranza e in quel groviglio di vicoletti, costruita una roccaforte, deciso un boss magari di 15 anni, ci ritroveremmo un altro clan e un’altra faida.

I labirinti del centro storico di Napoli sono la terra fertile delle paranze e questo le Forze dello Stato lo sanno. Non si possono scrivere le parole “estinto”, oppure “decapitato”, quando si parla di un clan di camorra.

Il clan Lepre c’è, è attivo, e prima o poi bucherà l’asfalto, come l’erba marcia. L’erba marcia è l’estorsore, è l’assassino, è l’imbroglione, è tutto quello che distrugge. Ma non bisogna essere pessimisti, dall’asfalto può nascere una rosa, la cultura, l’arte, la costruzione del bello destinato a tutti.

Bisogna osservare tutte le strade per capire se la pianta che sta spingendo per nascere, per crepare l’asfalto è una rosa che darà colore e profumo a questa splendida città, o di nuovo una pianta parassita che tenterà di distruggere tutto il bello creato.

Basta chiudere gli occhi, o girare la faccia per non vedere dove stiamo andando e né se stiamo calpestando erbaccia da estirpare, oppure una bellissima rosa da preservare e proteggere.

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