Il clan Puccinelli è un’associazione per delinquere di tipo mafioso, camorristico, attivo nelle zone del Rione Traiano, Napoli.
Clan Puccinelli: storia, origini, protagonisti
Il clan Puccinelli, conosciuto anche con il nome di “O Rione e Copp” è nato nel 1980, fondato da Salvatore Puccinelli, detto “Straccetta.”
Salvatore, iniziò la sua vita criminale come affiliato di Umberto Ammaturo, feroce e potente boss della camorra, che tra gli anni ’70 e ’80, era ritenuto dalla DEA, il più potente narcotrafficante italiano, specializzato nel traffico della cocaina e il principale importatore dal sud America in Europa.
Il boss Ammaturo, era noto anche come “O Pazzo” perché spesso simulava di essere pazzo per evitare l’arresto ed era chiamato anche “Umbertino la Volpe”, per la sua intelligenza e la sua furbizia.
In seguito, Ammaturo si spostò in Perù, perché da lì era più facile gestire gli affari, ma venne arrestato a causa di diversi mandati di cattura spiccati nei suoi confronti, per i sui traffici illeciti.
Si ritrovò, poi, ambiguamente coinvolto nell’oscuro caso dell’omicidio dello psichiatra, criminologo e criminale Aldo Semerari e nella guerra tra la Nco di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia.
Infine, “O Pazzo” volle concludere la sua “carriera criminale” diventando collaboratore di Giustizia.
Straccetta, invece, dopo essere stato per anni al seguito del boss “O Pazzo” realizzò un’associazione per delinquere insieme a Carmine e Ciro Puccinelli, detto “Pocchi Pocchi”, a Francesco Petrone, soprannominato “O Nano” e Salvatore Petrone, conosciuto come “O Nano Piccirillo”.
Inoltre, stringendo un’alleanza con il clan Perrella noto anche come clan Cutolo-Perrella, per quasi 10 anni, gestì lo spaccio di stupefacenti nella zona Flegrea guadagnando milioni di lire.
Nel novembre 1990 questi clan riuscirono a mettere a segno un colpo eclatante, saccheggiano l’appartamento del console del Belgio, in via Carducci, riuscendo a trafugare una collezione di dipinti del 1700 del valore di un miliardo di lire e svariate pietre preziose.
La prima scissione e la faida
A causa di diversi punti di vista sulla spartizione dei proventi del colpo, la rapina portò a un contrasto violento tra i Puccinelli e i Perrella e quindi i Perrella decisero per la scissione dei clan, dando origine ad una faida e un bagno di sangue, arrivando ad uccidere cinque persone in meno di un anno.
Le Forze dello Stato, tramite Operazioni mirate e massicce, riuscirono a contrastare e indebolire sensibilmente i due clan rivali, arrestando membri di rilievo di entrambe le organizzazioni, e nel marzo del 1992 riuscirono a catturato Salvatore “Straccetta”.
Il comando del clan Puccinelli passò quindi nelle mani dei fratelli Carmine e Ciro Puccinelli, che guidarono il gruppo verso un’altra fase d’oro.
Negli anni ‘90, si allearono con il Clan Mazzarella, ottenendo il monopolio del traffico di droga nella zona ovest della città.
In quegli anni fu costituita la “Nuova Mafia Flegrea”, potente alleanza con altre organizzazioni e con i Puccinelli ai vertici.
Sempre in quel periodo i Puccinelli erano impegnati in scontri feroci con i Clan Lago e Grimaldi, portando ancora una volta le Forze dell’Ordine ad agire con Fermezza.
I fratelli Puccinelli iniziarono a perdere potere, ma rimasero influenti e leader nell’import-export di stupefacenti.
L’attacco dello Stato e la decadenza del clan Puccinelli
Le maggiori Operazioni dell’Arma dei Carabinieri e dell’Interforze dello Stato contro il clan arrivarono tra gli anni 2003 e 2007, arrestando quasi 50 affiliati, indebolendo notevolmente l’organizzazione.
Sin dall’inizio, la grande forza dell’organizzazione fu il traffico di droga,
il clan Puccinelli controllava all’incirca 20 piazze di spaccio nel Rione Traiano, incassando 360 milioni di euro l’anno. La gestione delle piazze di spaccio era affidata al diretto controllo dei Puccinelli e rimanevano attive 24 ore su 24.
Le droghe più vendute nelle piazze erano hashish, marijuana e cocaina.
Però il 31 gennaio 2017, durante un blitz delle Forze dello Stato furono arrestate 86 persone ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico e spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, azzerando quasi le piazze del clan. Nell’ottobre 2019 fu fatto, poi, un altro blitz contro le piazze di spaccio del clan.
Gli arresti
- Salvatore Puccinelli, detto Straccetta.
- Francesco Petrone, detto “O Nano”. Figlio di Salvatore Puccinelli.
- Ciro Puccinelli. Figlio di Salvatore Puccinelli.
- Ciro Puccinelli. detto “Pocchi Pocchi”. Fratello di Salvatore Puccinelli.
- Salvatore Maggio, ex killer del Clan Mazzarella e poi passato nella fila dei Puccinelli. Maggio è stato arrestato nel 2016 ed attualmente collaboratore di giustizia.
- Davide Leone, guidò il clan per un periodo di tempo, dopodiché fu arrestato ed è divenuto collaboratore di giustizia.
- Emilio Quindici, prima fedelissimo del clan di Biasi dei quartieri spagnoli e poi passato con i Puccinelli fu membro del clan fino al 2015 cioè l’anno del suo arresto e nel 2016 iniziò a collaborare con la giustizia, grazie alle sue dichiarazioni nel gennaio del 2017 ci fu un maxi-blitz in cui furono arrestati più di 88 affiliati del clan.
Il clan Puccinelli oggi
Attualmente Salvatore Puccinelli è stato condannato a 40 anni di carcere e sta scontando i domiciliari per problemi di salute.
Secondo gli inquirenti i giorni in cui “Straccetta” era a capo del più potente clan della camorra sono ormai lontani.
Salvatore Puccinelli è stato assolto nel novembre 2019 dalle accuse di aver fondato una nuova associazione per delinquere in Abruzzo.
Sempre secondo la relazione semestrale della Dia il clan Puccinelli rimane comunque solido, mantenendo l’egemonia su quasi tutto il Rione Traiano, tranne la parte bassa, che invece è controllata dai Cutolo e nella cosiddetta zona “99” controllata invece dal Clan Soraniello con a capo Alfredo Soraniello alias “O Biondo”.
Tutt’ora sussiste un importante alleanza con i clan Mazzarella e Licciardi, che garantisce una certa stabilità all’associazione dei Puccinelli e agli affari che gestiscono.
Relazioni Dia
Inoltre, le relazioni della Dia, ritengono che nonostante le varie scissioni e i duri colpi ricevuti dalle Forze dello Stato, gli affari del clan Puccinelli oggi, da sempre forti dei contatti e i legami con i diversi partner specializzati nel traffico di sostanze stupefacenti, in qualche modo persistono. I loro business e punti di forza rimangono lo spaccio di droga, il riciclaggio di denaro, l’estorsione, il commercio e il traffico di armi.