Camorra, si incontravano una volta al mese armati per dividersi le quote di racket e droga: i summit avvenivano agli chalet di Mergellina, un posto ideale per non dare nell’occhio, per chiudere accordi e prendere decisioni, senza rischiare blitz, controlli e denunce.
I summit dei boss agli chalet di Mergellina
A svelare i dettagli degli incontri è il pentito Daniele Pandolfi, uno dei testi di accusa nell’inchiesta che venerdì scorso ha portato in cella quattro presunti affiliati al clan Mauro della Sanità, meglio conosciuti come «i nuovi di sopra i Miracoli», quanto mai determinati negli ultimi mesi ad assumere la leadership del quartiere. Mergellina, traffico in zona Lungomare, via vai di turisti, di cittadini in vena di relax, siamo in piena era pre Covid, quando due dinasty criminali della Sanità chiudono accordi in trasferta.
«Da un lato c’era Patrizio Vastarella, dall’altro Ciro Mauro (poi finiti in cella, ndr), almeno una volta al mese avvenivano gli incontri. Ognuno con i suoi uomini armati, loro due parlavano. I summit duravano almeno un paio di ore», spiega il pentito.
Gli arresti
Venerdì mattina sono finiti in manette quattro presunti elementi dei Mauro: in cella finiscono Antonio Chiaro, Luca Di Vicino, Francesco Lamia, Vincenzo Leonardo, ritenuti responsabili di una tentata estorsione nei confronti del titolare di un negozio nella zona della dei Miracoli. Ma non è l’unico episodio a carattere estorsivo, almeno a leggere la misura cautelare firmata dal gip Anna Imparato. Nel mirino del nuovo gruppo, anche un commerciante di vernici, al quale viene fatto un ordinativo di mille euro, con la promessa di pagare in un secondo momento. A questo punto, però il commerciante si ribella, comprende di avere davanti a sè dei pessimi clienti, riuscendo ad opporsi alla consegna della merce.