Secondo i dati restituiti dall’ultima relazione Dia 2023, il clan di camorra attivo nella zona della Municipalità 5 dei quartieri Arenella e Vomero di Napoli è il gruppo Cimmino-Caiazzo.
L’organizzazione è alleata con il clan Polverino, Licciardi, l’Alleanza di Secondigliano e il clan Lo Russo.
I clan di camorra differiscono con tutte le altre organizzazioni mafiose per come sono strutturati, ovvero, “uno vale uno”. Non c’è una piramide, ma il “Sistema”, così anche noto, è a forma di ragnatela, indipendente, con la facoltà, a secondo degli interessi, di formare alleanze con ogni altra forma di mafia e criminalità, nazionale e internazionale.
Altra peculiarità della camorra è il ruolo della donna all’interno dei clan, che non è secondario a quello dell’uomo, ma che spesso detiene il potere decisionale, amministrativo, economico, strategico, nonché di azione militare.
Le donne riscuotono tangenti, decidono alleanze e non sono rari agguati eseguiti da quelle che sono note come lady killer, quali mogli dei boss, figlie e affiliate dei clan.
La stampa, ne racconta le vicende di cronaca; gli organi investigativi, i profili criminologici. L’inchiesta, ne mette insieme le informazioni e ne ripercorre i fatti.
Il resoconto che segue riguarda la Municipalità 5, Arenella e Vomero di Napoli, area prevalentemente sotto il controllo del clan Cimmino-Caiazzo, nonostante uno degli esponenti cardine del gruppo, Luigi Cimmino, dopo il suo arresto sia diventato collaboratore di giustizia.
Camorra a Napoli, le zone, Municipalità 5, Arenella e Vomero
Il clan Cimmino venne fondato negli anni ’90. I loro traffici erano lo spaccio e traffico di sostanze di stupefacenti e armi, il racket, la gestione di sale da gioco d’azzardo e con il passare degli anni l’infiltrazione nelle amministrazioni e appalti pubblici.
Il vero affare, arrivò con l’infiltrazione e la conseguente gestione di quasi tutte le attività in diversi ospedali principali ed importanti di Napoli e provincia.
Gestione delle assunzioni del personale, al costo di 15/20mila euro ad andare in su.
Dagli addetti alle pulizie, alle aziende per le ristrutturazioni, ai portantini delle barelle, agli autisti delle ambulanze, il personale dei reparti obitorio, infermieri, medici, primari e perfino dirigenti.
Parliamo di milioni e milioni di euro di introiti illeciti.
Ci fu il periodo degli arresti e il clan venne indebolito notevolmente, ma fidatissimi e nuove leve garantirono la continuità del gruppo, che è persistito fino ad oggi.
Gli assetti del clan Cimmino-Caiazzo e gli affari
Nonostante già in passato diversi interventi delle Forze dello Stato, blitz e ordinanze restrittive da parte del Tribunale di Napoli nei confronti degli affiliati e vertici del clan abbiano notevolmente indebolito il gruppo; e grazie al fatto che diversi affiliati siano diventati collaboratori di giustizia e abbiano aiutato gli inquirenti a meglio comprendere i meccanismi e le strategie utilizzate dall’organizzazione per gestire gli affari illeciti, i Cimmino-Caiazzo sono riusciti a persistere nei loro business e a rimanere egemoni nelle aree di loro interesse.
Stringendo alleanze ed ottenendo accordi con i gruppi dell’Alleanza di Secondigliano e sono riusciti a mantenere quasi invariati i loro traffici.
Il gruppo Cimmino-Caiazzo ha l’interesse di spartire i proventi della discesa verso il lungomare dei gruppi più periferici e nello stesso tempo ha il compito militare di coprire e favorire questo spostamento. Le zone sono in fermento e non è un compito per niente facile. Sono così fragili gli equilibri che un solo errore causerebbe l’estrusione da qualsiasi affare e l’isolamento.
Gli agguati e le stese che confermano le teorie e che preoccupano le Autorità
Nelle scorse sere momenti di panico e terrore. Scene da “intifada”, le prime scintille di una faida.
Una stesa a Secondigliano in via della Liguria, con sparatoria all’ impazzata, con un mitra, il ritrovamento di almeno 13 bossoli atterra e un’automobile data alle fiamme.
Inoltre, ancora da verificare se alcuni di questi accadimenti sono collegati con quelli di domenica mattina, quando alle 8,30 uno scontro a fuoco nei pressi di piazza del Plebiscito, tra via Nuova Pizzofalcone e via Gennaro Serra ha visto dei sicari incappucciati fare fuoco da bordo di un’auto.
Il commando ha sparato all’impazzata da Piazza del Plebiscito e a due passi dalla Prefettura, il raid poteva trasformarsi in una tragedia dato che qualche proiettile vagante avrebbe potuto colpire innocenti.
Si sta assistendo ad una escalation, forse perché vacillano gli equilibri tra clan.
Gli ultimi episodi lo dimostrano, i territori sono terra di nessuno dove vige la legge di chi vuole imporre la propria egemonia.
Siamo a un passo da una nuova e sanguinosa guerra, occorre che lo Stato faccia sentire la sua presenza con tutta la sua forza.
C’è urgenza di riportare nei quartieri del centro quanto in periferia una condizione di vivibilità e tranquillità.
Basta rischiare di morire anche mentre si mangia un gelato al bar come accaduto di recente a Santa Anastasia, basta mettere a rischio la vita degli innocenti.
Troppe armi girano e sono nelle mani di “bambini delle paranze”, facili risorse di poteri ben più grandi ed esperti, di clan con molto più potere e strategia.
La pronta risposta dello Stato non si fa aspettare, le Autorità rispondono partendo dai Quartieri Spagnoli, 53 arresti, decimati 3 clan
Un’operazione coordinata dalla Dda partenopea eseguita grazie alle indagini di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
Finiscono in carcere 53 persone, indiziate a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
Una lunga e articolata ricostruzione di come ai Quartieri Spagnoli fossero attivi sostanzialmente due blocchi di clan, ciascuno dei quali faceva riferimento ai contrapposti ai due maxi cartelli egemoni in città, il clan Mazzarella e i Contini (Alleanza di Secondigliano).
Il provvedimento è il risultato di diverse indagini fatte dalla Squadra Mobile, del Comando Provinciale di Napoli e dalla Compagnia Carabinieri Napoli Centro, tra il 2018 e il 2020, che hanno documentato l’esistenza e l’operatività di un’associazione di tipo mafioso, armata, strutturata in alcuni gruppi criminali operativi nella zona centrale del capoluogo e, in particolare, nei cosiddetti Quartieri Spagnoli.
Il primo gruppo ad essere colpito dall’odierno provvedimento è quello capeggiato da Eduardo Saltalamacchia, Vincenzo Masiello e Antonio Esposito, dedito alle estorsioni, soprattutto ai danni di commercianti e gestori di piazze di spaccio, al controllo e alla gestione della vendita al dettaglio delle sostanze stupefacenti, in particolar modo nelle zone denominate della Pignasecca, di Largo Baracche e della Speranzella, e ad ogni altra attività finalizzata al controllo del territorio di via Toledo.
In particolare il clan Saltalamacchia ha ripreso il controllo della zona della Pignasecca, insieme ad Esposito Antonio e Masiello Vincenzo, operativi nelle aree della Speranzella e di Largo Baracche dopo la scarcerazione avvenuta nel dicembre 2019.
Un altro filone investigativo riguarda l’esistenza e l’operatività di un secondo pericolosissimo clan capeggiato dal pregiudicato Carmine Furgiero detto “O’pop”, e da suo figlio Luigi, specializzato invece nelle attività di spaccio di droga, un fiorente traffico di stupefacenti che si articola nella zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan malavitosi dei Quartieri, ricevendo all’occorrenza da questi ultimi sostegno ed ausilio.
Le indagini hanno ricostruito anche attraverso le immagini di sistemi di videosorveglianza la frenetica attività di vendita al dettaglio della droga presso la famigerata piazza di spaccio della sposa, coincidente proprio con i luoghi nei quali insistono le abitazioni della famiglia Furgiero.
Confermato anche il nuovo modello di spaccio 2.0, quello che viene affidato ai cosiddetti pony express dello spaccio, il clan avvalendosi di decine di pusher, a seguito di contatti telefonici, provvedono a recapitare le dosi di stupefacente a domicilio, direttamente presso le abitazioni dei clienti o in luoghi convenuti con gli stessi.
E sulle piazze di spaccio si sono consumati anche alcuni fatti gravissimi.
Proprio in quel vico Taverna Penta, lunedì 18 maggio 2020 gli spacciatori del posto ebbero uno scontro a fuoco con un clan antagonista che intendeva affermare la propria presenza sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva.
L’episodio è stato confermato da una ricostruzione fatta a seguito di un diverbio, tra alcuni degli indagati, sostenuti dal clan Saltalamacchia, Esposito e Masiello, che hanno dichiarato di aver ingaggiarono uno scontro a fuoco con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche gravi ferite.
Accanto ai due gruppi, ai Quartieri Spagnoli ve n’era un terzo, quello della famiglia Masiello, con al vertice Antonio, alias “O’nu”, e suo figlio Vincenzo, alias “O’cucù”, che era a sua volta in grado di gestire una fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre ad avere la disponibilità di armi da fuoco.
Il clan era strutturato in maniera paramilitare, la piazza era militarmente presidiata h24 da vedette, che si alternavano in base a turni prestabiliti.
Le sostanze stupefacenti erano detenute e confezionate all’interno di un immobile sito in vico Teatro Nuovo.
Le consegne delle sostanze avvenivano attraverso panieri calati dalle finestre.
Inoltre, in caso di sequestro di stupefacente da parte delle Forze dell’Ordine, il cliente, previa esibizione del verbale di sequestro e della conseguente contestazione amministrativa, otteneva a titolo gratuito una ulteriore dose di stupefacente, così operando, il clan si assicurava l’omertà e la fedeltà del cliente.
La relazione Dia
Nell’attuale scenario la Municipalità 5, Arenella, Vomero è un campo strategico per i gruppi esterni dell’Alleanza di Secondigliano, principalmente, per quelli che hanno esigenza di avere territori che gli permettano un passaggio rapido e presenziato da alleati.
Nel disegno che si sta delineando, sia durante il posizionamento degli uomini, che durante i raid, é di fondamentale importanza poter contare su quartieri, strade e vicoli nei quali poter facilmente scomparire e defilarsi nel caso le cose si mettano male.
Ma è proprio in questi giorni che le strade e le piazze sono pattugliate h24 dagli Operatori delle Forze Armate.
La Municipalità 5, Arenella, Vomero oggi
Le zone sotto il controllo del clan Cimmino-Caiazzo sono territori strategici per diversi aspetti, posizionamento e struttura.
Oggi rappresenta una importante area nella quale il clan egemone e gli alleati possono organizzare potenziali movimenti di espansione e di ritiro in sicurezza.
Le roccaforti e le piazze permettono un ottima difesa e un costante mercato, nonché la possibilità di facili spostamenti di materiali e uomini.
Base operativa per assalti, stese e agguati.
Una delle zone con la più alta densità di popolazione, su livelli collinari, elevati, il posto migliore dove nascondersi e mimetizzarsi, salvo “placcaggio” delle Forze dello Stato.