TORRE ANNUNZIATA. Torna a far discutere la questione che riguarda due importanti istituti scolastici della città oplontina: l’istituto tecnico-commerciale “Cesaro-Vesevus” e il liceo scientifico “Pitagora-Croce”. L’ultimo capitolo di una storia che va avanti ormai da più di tre anni risale a lunedì 19 febbraio, quando i tecnici della Città Metropolitana si sono recati all’istituto Cesaro per procedere alle operazioni che permetterebbero il trasferimento di nove aule del liceo Pitagora, attualmente ospitate presso l’immobile di Madre Remigia. Una situazione, quest’ultima, che comporta un fitto passivo di 70mila euro all’anno.
Per questo, come si legge in una nota della Città Metropolitana, è stata disposta la “eliminazione dei fitti passivi connessi ad immobili in locazione destinati ad edilizia scolastica”, per la quale “occorre procedere con estrema urgenza all’individuazione delle aree dell’immobile sede dell’IIS E. Cesaro […] da assegnare all’istituto scolastico Pitagora, in sostituzione della sede di via Simonetti”.
Inoltre, come precisato dalla suddetta comunicazione, nell’anno scolastico corrente “presso la sede dell’IIS Cesaro […] sono iscritti 388 alunni per un totale di 19 classi a fronte di una capacità ricettiva dell’immobile di 42 aule”. Bisogna partire da questi presupposti per comprendere bene la questione.
Sulla vicenda, infatti, è stato scritto e detto molto. Quel che è mancato, finora, è un po’ d’ordine. Innanzitutto, lo stesso dirigente scolastico del liceo Pitagora, Benito Capossela, ha tenuto a precisare: “Io sto bene dove sono ora, sia chiaro. Ma so anche che da anni questa situazione comporta un costo di 70mila euro all’anno e questa è una spesa che si riversa sulla comunità”.
“E soprattutto – aggiunge Capossela, – non voglio che i ragazzi litighino tra loro. È questo l’errore che noi educatori dobbiamo assolutamente evitare”.
La vicenda
Ma partiamo dall’inizio. La situazione attuale che interessa gli istituti Cesaro-Vesevus e Pitagora-Croce parte dal 2014-2015, quando la gestione delle scuole secondarie di secondo grado spettava alla Provincia. Allora, come precisato dal professor Capossela, gli alunni del Pitagora seguivano già le lezioni al Madre Remigia, ex istituto paritario, il cui fitto passivo costava all’ente provinciale 70mila euro all’anno.
La situazione, ancor più intricata in quel periodo, riguardava anche altri tre istituti scolastici di Torre Annunziata: l’istituto professionale “Galilei”, il tecnico “Marconi” e l’istituto alberghiero “Graziani”. Anche grazie al “meticoloso lavoro dell’ingegner Pasquale Gaudino che, al tavolo di lavoro insieme all’ex sindaco Giosuè Starita, alla preside dell’istituto Graziani e al sottoscritto, fu possibile risolvere la questione che riguardava queste tre scuole. Così come sembrava in via di risoluzione anche quella del liceo Pitagora-Croce”, spiega ancora Benito Capossela,
Intanto, però, vengono abolite le Province e istituita la Città Metropolitana, mentre, nel 2015-2016, cambia anche il dirigente scolastico del liceo Cesaro-Vesevus con l’attuale preside Rita Iervolino che subentra al professor Passariello. Da qui le vicende più recenti con la manifestazione dell’aprile 2016 da parte degli studenti del Cesaro-Vesevus che, alla presenza degli educatori, rivolsero parole poco cortesi al dirigente scolastico del liceo Pitagora il quale oggi ci tiene a precisare: “Dopo quell’episodio i ragazzi furono straordinari, dimostrando di poter insegnare tanto agli adulti. Gli studenti dei due istituti – ci spiega Capossela – trovarono tra loro un accordo che, tra le altre cose, li portò anche ad organizzare partite di pallavolo e altre iniziative che coinvolgevano entrambi gli istituti”.
Le delibere della Città Metropolitana
Il clima sereno e amichevole tra gli studenti dei due istituti non alleggerisce il peso della burocrazia. Le comunicazioni provenienti dalla Città Metropolitana, pervenute tra fine 2017 e inizio 2018, sono soltanto le ultime delle numerose note che si sono susseguite nel corso di questi anni sulle scrivanie dei dirigenti.
Nell’ultima, che fa seguito alla “nota del 11 dicembre 2017, la Direzione della Città Metropolitana” fa sapere di “essere prossima a far effettuare gli interventi necessari per permettere di allocare le 10 classi del Liceo Pitagora […] al piano terra dell’edificio che ospita” l’istituto “Cesaro in via Volta”. A questo proposito, Benito Capossela spiega: “Nel trasferimento di cui parliamo, vengono sottratte 11 aule al nostro istituto a fronte delle 9 che verranno assegnate“.
Per ulteriore chiarezza, in seguito alle numerose polemiche e ai fraintendimenti che si sono susseguiti in questi tre anni, Benito Capossela ha precisato a L’Occhio di Napoli: “Io non chiedo niente. Sto bene dove sono, anche perché l’edificio del Madre Remigia è più vicino alla nostra centrale rispetto al Cesaro. Questo trasferimento creerebbe maggiori problemi logistici, anche ai docenti”. Inoltre, a riprova della volontà di non trasferire le aule in via Volta, il dirigente scolastico del Pitagora spiega: “Per due anni ho lottato per la ristrutturazione dell’edificio del Madre Remigia visto che c’erano evidenti perdite in alcuni punti. Finalmente ci siamo riusciti. Ripeto, io non chiedo niente. Ma so bene che la situazione attuale prevede un costo di 70mila euro all’anno che grava sull’intera comunità e, da dirigente dell’amministrazione pubblica, credo che questa situazione debba essere risolta”.