Nuove aggressioni al carcere minorile di Nisida: a distanza di sole ventiquattro ore dalla denuncia del SAPPE di una grave aggressione ad alcuni poliziotti penitenziari in servizio nel penitenziario minorile napoletano, il detenuto protagonista di questi eventi critici si è nuovamente reso responsabile di un altro atto di violenza nei confronti del personale di Polizia. Lo rende noto Federico Costigliola, Coordinatore regionale per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE., che ricostruisce il grave evento critico.
Carcere minorile di Nisida, due aggressioni in due giorni
“Nella giornata di ieri il detenuto minore responsabile del grave fatto accaduto il giorno precedente, mentre veniva convocato dagli Ispettori in turno per la contestazione dei fatti accaduti il giorno prima, ha, con estrema aggressività, assalito il personale di Polizia Penitenziaria in quel momento ivi presente. Bloccato con estrema difficoltà e con encomiabile professionalità, il detenuto veniva riaccompagnato in cella.
Ma lo stesso non demordeva e, dopo aver creato con un accendino ed uno spazzolino un’arma bianca pronta a ferire chiunque si avvicinasse a lui, iniziava a distruggere la cella e a minacciare il personale che li avrebbe feriti tutti… Lo stesso personale, al fine di evitare in primis atti di autolesionismo da parte del minore e successivamente per evitare di subire ulteriori aggressioni da parte del minore in quel momento munito di un arma bianca da taglio, tentavano più volte di entrare in cella muniti di scudi e con enorme difficoltà riuscivano a disarmare e bloccare il minore, riportandolo alla calma”.
Conclude
Costigliola conclude sottolineando come si debba “solamente lodare il personale della Polizia Penitenziaria, che resiste in condizioni ormai disperate ma con alto senso del dovere nel carcere minorile di Nisida”. Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto.
E la proposta è proprio quella di sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”