La Polizia Penitenziaria, durante i controlli effettuati nel corso di alcuni colloqui in carcere a Poggioreale, ha rinvenuto e posto sotto sequestro cellulari occultati abilmente in una scarpa di un familiare e destinati ad un detenuto.
Poggioreale, sequestro cellulari occultati in una scarpa
Ancora una volta, la professionalità della Polizia Penitenziaria ha impedito un tentativo di introduzione di 3 telefoni cellulari smartphone e tre telefoni cellulari di piccole dimensioni all’interno del carcere di Napoli Poggioreale “G. Salvia”. “Durante i controlli effettuati nel corso dei colloqui, gli agenti hanno scoperto i telefoni cellulari abilmente occultati all’interno di una scarpa di un familiare destinati ad un detenuto”: lo riferisce il vicesegretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Marianna Argenio che rivolge “il plauso al personale di Polizia Penitenziaria di Napoli Poggioreale per la brillante operazione. I telefoni cellulari sono stati sequestrati e posti nella disponibilità dell’Autorità giudiziaria competente”.
Tiziana Guacci, segretario regionale del SAPPE, evidenzia come anche tali episodi mettano in luce le criticità del sistema penitenziario: “I nostri agenti operano quotidianamente in condizioni di carenza di personale (una carenza di circa 200 agenti) e con un sovraffollamento di circa il 100% di detenuti, ma continuano a garantire la sicurezza delle strutture con dedizione e professionalità”. “L”azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria è continua”, prosegue. “Il fenomeno dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti e di telefoni cellulari è sempre più in crescita a livello nazionale negli Istituti di pena. L’operazione svolta oggi dalla polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale costituisce ulteriore testimonianza della professionalità ed abilità della Polizia Penitenziaria”, conclude Guacci.
La denuncia
“L’ingresso illecito di cellulari negli istituti è ormai un flusso continuo”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. E ricorda che non è la prima volta che il SAPPE chiede nuovi provvedimenti per inibire l’uso di strumentazioni tecnologiche nelle sezioni detentive. “Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri di questi piccoli apparecchi. Le vie d’ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre più spesso vengono avvistati e intercettati – ha aggiunto Capece -. La cosa grave è che denunciamo queste cose ormai da 10 anni e nessuno ha ancora fatto qualcosa. Tra l’altro, è assurdo che gli apparecchi per accertare la presenza dei telefoni cellulari non vengano usati nelle celle, ma durante lo svolgimento delle prove d’esame scritte del personale di polizia che ambisce ad acquisire il grado superiore! È una vergogna!” aggiunge il leader del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria. “Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato, nel Codice penale, per ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive, delle celle e degli spazi nei quali sono presenti detenuti, all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.