Un detenuto nel Carcere di Secondigliano è stato scoperto con un cellulare ma non è l’unica nota negativa di questo episodio perché con l’apparecchio minacciava l’ex. A denunciare l’accaduto è il sindacato della polizia penitenziaria Sappe: “Nessuno ha mai fatto qualcosa”.
Carcere di Secondigliano, detenuto con cellulare: minacciava l’ex
Un detenuto possedeva illegalmente un telefono e lo usava per minacciare l’ex. Questo l’esito di un’operazione della Penitenziare in carcere dove sono stati rinvenuti un carica-batteria ed un cavetto usb, mentre il piccolo apparecchio sarebbe stato gettato dal ristretto. A denunciare l’accaduto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che continua a richiedere interventi.
La denuncia
“L’ingresso illecito di cellulari negli Istituti è ormai un flusso continuo, ormai non si contano più i rinvenimenti ed i sequestri, posti in essere dalla Polizia Penitenziaria, grazie alle ridotte dimensioni di questi apparecchi le vie di ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre più spesso vengono avvistati ed intercettati. Ma il grave è che denunciamo queste cose ormai da dieci anni e nessuno ha ancora fatto qualcosa: e l’assurdo è che gli apparecchi per accertare la presenza dei telefoni cellulari non vengono usati nelle carceri ma durante lo svolgimento delle prove di esame scritte del personale di Polizia che ambisce ad acquisire il grado superiore. È una vergogna”.
“Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari. Vanno adottate soluzioni drastiche”.