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Al Cardarelli effettuati 44 trapianti di fegato da inizio anno

Nuovo reparto Cardarelli Napoli

Il Cardarelli

Un dato che posiziona l’ospedale napoletano, il più grande del Sud, al centro della rete per il trattamento di gravi neoplasie non operabili e per la sostituzione di organi in condizioni di emergenza.

Al Cardarelli effettuati 44 trapianti di fegato da inizio anno

Da inizio anno, il Cardarelli di Napoli ha effettuato 44 interventi di trapianto di fegato, con una media di uno a settimana. Negli ultimi sette giorni si sono registrati quattro interventi, di cui due d’urgenza e due per epatocarcinoma. Questi dati pongono l’ospedale napoletano, il più grande del Sud Italia, al centro della rete dedicata al trattamento di gravi neoplasie non operabili e per la sostituzione di organi in situazioni di emergenza, in cui il trapianto rappresenta spesso l’unica opzione per garantire una reale aspettativa di vita al paziente. Inoltre, una significativa percentuale delle donazioni proviene dal Cardarelli: nel 2023 su 48 donatori campani, 24 sono stati individuati nell’ospedale di Napoli, con un tasso di opposizione alle donazioni pari al 25%, rispetto a una media nazionale del 28,8%.

Dice Antonio d’Amore, direttore generale del Cardarelli: “Bisogna sensibilizzare sempre di più i giovani sull’importanza della donazione, far capire loro che ogni donatore può salvare fino a sette vite. Presto al Cardarelli attiveremo nuove linee di trapianto e stiamo approfondendo molto seriamente anche la procedura del trapianto da vivente. Il nostro ospedale è attrezzato per poter affrontare numeri importanti, ha tutte le strutture deputate all’emergenza e alla programmazione di interventi così delicati, con reparti pronti ad ogni evenienza”.

Cardarelli, terzo centro di trapianti in Italia

“Il Cardarelli ha all’attivo dal 2019 ad oggi 252 trapianti di fegato, con 80 pazienti in attesa, siamo il terzo centro in Italia. Negli ultimi anni, dopo il Covid, c’è stato un incremento di trapianti, l’obiettivo è superare la soglia dei 50 interventi all’anno, ma dipende molto dalla numerosità dei donatori”, spiega il direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato, Giovanni Vennarecci.

“Quasi il 50 per cento dei pazienti presenta un epatocarcinoma e su loro facciamo un grande lavoro quotidiano per contenere l’accrescimento di questo tumore e arrivare all’intervento in condizioni tali da ottenere buoni risultati in termini di salute non soltanto nell’immediato ma anche a distanza”. Un lavoro che ha consentito al Cardarelli di riacquistare la fiducia degli utenti campani e di frenare la migrazione sanitaria passiva per il trapianto di fegato, che oggi si è ridotta del 25 per cento rispetto al passato.

L’importanza della donazione

Dice Elio Bonagura responsabile dell’Uosd di Coordinamento Attività Prelievi di Organi e Tessuti: “Non è un problema di cultura ma culturale, nel senso che non dipende dall’istruzione ma dalla conoscenza dell’argomento e, spesso, dalla comunicazione tra il medico e i familiari. La donazione è il massimo gesto di fiducia che il cittadino compie nei confronti dello Stato a cui si affida in tutto e per tutto. In Terapia intensiva abbiamo adottato un approccio comunicativo specifico che ci ha permesso di aumentare le disponibilità alle donazioni, con un tasso di opposizioni tra i più bassi d’Italia. E’ un’opera di sensibilizzazione che richiede impegno e mette al centro la persona”.

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