CASORIA. «Le persone che trovano chiuso e leggono la storia si stanno giocando i numeri: la pizza, lo sfratto e i pazzi», l’avvocato Angelo Pisani ha riassunto così la vicenda dello sfratto imposto a Rossopomodoro.
«Pizze troppo piccole»
La nota pizzeria, situata all’interno del centro commerciale Multibit di Casoria, sta per chiudere per sfratto, perché «fa pizze troppo piccole». La responsabile della società L’ulivo srl (che gestisce il franchising) Claudia Esposito, spiega che «il problema è la produzione di pizze più piccole per l’asporto, la dimensione insomma delle pizze che qualche cliente non consuma al tavolo. Ma noi, come da licenza e contratto, non possiamo obbligare i clienti a sedersi per mangiare o a comprare solo pizze grandi».
«Ovviamente – aggiunge l’avvocato Pisani – la produzione di pizze in formato ridotto è prevista dal contratto di locazione e dal franchising Rossopomodoro, quindi i pizzaioli, oltre che fare pizze saporite, non hanno mai violato alcuna regola. Ma tutto ciò quanto conta in Italia?».
La società milanese Immobiliare italiana – proprietaria del centro commerciale – accusa la pizzeria di produrre e vendere pizze di misura small, non limitandosi esclusivamente a «ristorazione e pizzeria al tavolo», danneggiando quindi la concorrenza presente nel centro commerciale.
A riguardo, sempre il legale Pisani ha dichiarato: «È una vicenda kafkiana. In un contesto di disordine diffuso, dove il bar vende anche cibo – antipasti, primi e secondi – e il Bowling vende le pizze, a essere messa sotto accusa è una pizzeria con tutte le carte in regola. Una pizzeria che non ha commesso nessuna violazione, che paga regolarmente tasse e canoni di locazione, con un bilancio senza alcuna macchia, e che ha inquadrati quindici dipendenti».
Sui lavoratori: «Alcuni di loro sono giovani che, forti di un contratto, hanno via via messo su famiglia, e che oggi si ritrovano senza niente. La ricaduta pure emotiva che questo può avere su di loro è pericolosa; anche per questo abbiamo valutato l’opportunità di fornire loro, oltre a quello legale, un sostegno psicologico».
Come riportato da Il Mattino, la presunta violazione delle norme contrattuali, relative alla “tipologia merceologica dei prodotti offerti in vendita”, sarebbe stata riconosciuta da un giudice del Tribunale di Napoli Nord, che ha dunque ordinato la chiusura dell’esercizio: la data dello sgombero è fissata nel 7 febbraio prossimo, ma lo staff di Rossopomodoro ha deciso di anticipare la chiusura a oggi (domenica 4) per salutare i propri clienti.
«Fin quando non ho letto l’ordinanza del giudice – aggiunge Pisani, – non ci credevo, pensavo si trattasse di uno scherzo, ma adesso penso sia opportuno che intervenga il Prefetto, per risolvere legalmente un problema che vede la distruzione di un’attività e la rovina di quindici famiglie».
«Non è una questione privata, ma sociale», conclude l’avvocato.