NAPOLI. Aperto ieri mattina a Napoli uno dei processi più sentiti per chi vive la realtà penitenziaria partenopea. Dodici agenti di polizia penitenziaria sono sotto accusa poiché, nel corso del loro servizio alla casa circondariale di Poggioreale, avrebbero esercitato violenza su alcuni detenuti nella cosiddetta “Cella zero”. I fatti risalgono a svariati anni fa.
Gli imputati sono stati trasferiti in altre prigioni. L’udienza del 16 novembre è stato un rinvio al 1 marzo 2018. Probabile che il processo possa arrivare in Cassazione non prima dei tre anni, ma in questo modo andrebbe in prescrizione.
Tra la parte civile figurano associazioni come “Ex detenuti organizzati” di Pietro Ioia e “Gioco di Squadra” di Carmela Esposito. Ecco quanto dichiarato dal primo: «Siamo stati all’udienza di stamattina dove ho potuto guardare negli occhi alcuni (sette o otto presenti in aula) dei dodici agenti imputati. Li ho visti esultare per il rinvio dell’udienza e sappiamo bene che il processo è a forte rischio prescrizione però non ci arrendiamo. L’obiettivo è ottenere una sentenza di primo grado e una condanna, se i fatti saranno accertati nel corso del processo.»
«Ultimamente – prosegue Ioia, che ha spianato una nuova strada grazie all’ausilio di Raffaele Minieri, avvocato e dirigente nazionale dei Radicali – abbiamo presentato alcune denunce relative a presunti pestaggi che avrebbero ancora luogo nel carcere di Poggioreale. Una di queste è stata accolta ed è stato aperto un fascicolo d’inchiesta.»
I fatti riguardano un detenuto slavo del padiglione Milano, che avrebbe subito violenza per aver fatto notare che la sua cella non poteva ospitare più nessuno a causa del sovraffollamento.
Secondo Ioia, la giornata di ieri: «segna comunque un risultato storico con l’apertura del processo sulla “Cella zero” ma soprattutto conferma come, con le denunce che continuano imperterrite, si sia ben lontani dallo stabilire se e quanto a Poggioreale certe pagine si siano scritte e se queste appartengano solo al passato.»