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Cellulare in carcere a Spoleto: collegamento con la “rivolta” di Ariano Irpino

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Foto di repertorio

Dura presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri del Corpo, dopo l’incredibile vicenda accaduta nel carcere di Spoleto per l’ennesimo sequestro di telefoni cellulari in cella.

Cellulare in carcere a Spoleto

A darne notizia è Fabrizio Bonino, Segretario Nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Tra ieri ed oggi, all’interno della Casa Reclusione di Spoleto, sono state eseguite importanti operazioni di Polizia Giudiziaria che hanno consentito il ritrovamento di un telefono cellulare di ridottissime dimensioni, caricabatterie e ben 4 microsim, perfettamente occultati all’interno di oggetti appartenenti ad un detenuto di origine campana, giunto a Spoleto soltanto domenica scorsa e trasferito dal carcere di Ariano  Irpino, dove la settimana furono sequestrati due appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Il SAPPE ringrazia il personale di Spoleto che dimostra ogni giorno con i fatti la grande professionalità e senso del dovere, nonostante i carichi di lavoro siano in continuo aumento a causa della carenza di personale dovuta ai tagli trasversali di organico operati nel 2017.

Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale SAPPE. “Altro che carcere umano e più sicuro, come prometteva il Ministro della Giustizia Orlando: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Ed è ancora più grave che il telefono cellulare fosse nella disponibilità  di uno dei protagonisti della sconsiderata rivolta nel carcere di Ariano Irpino di qualche giorno fa, durante la quale furono sequestrati due poliziotti”.

Il SAPPE ricorda infatti che “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo“.

A nostro avviso– conclude il leader dei Baschi Azzurri – appaiono pertanto indispensabili, nei penitenziari per adulti e per minori, interventi immediati compresa la possibilità di “schermare” gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari“.

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