Si chiamava Raffaele Pinto l’uomo che a San Giovanni a Teduccio ha ucciso la moglie per poi suicidarsi dopo aver sparato dal balcone di casa. Una mattinata di follia quella di giovedì 8 febbraio vissuta nel quartiere di San Giovanni a Teduccio dove il 54enne guardia giurata di professione, ha ucciso la moglie, Eva Kaminsha, tagliandole la gola per poi togliersi la vita.
Chi era Raffaele Pinto, l’uomo che ha ucciso la moglie e poi si è suicidato a San Giovanni a Teduccio
L’uomo che si è barricato in casa a Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, avrebbe ucciso la moglie e, secondo l’ipotesi più probabile, si è poi suicidato. La donna, infatti, è stata trovata senza vita dalle forze dell’ordine che hanno fatto irruzione nell’appartamento. Accanto a lei il cadavere del marito, che probabilmente si è suicidato. Prima di barricarsi in casa ha sparato dal balcone della sua abitazione e poi si è rinchiuso.
Il lavoro perso
Secondo quanto hanno riferito alcuni vicini, l’uomo in passato lavorava come guardia giurata ma poi aveva perso il posto forse in seguito al tentativo di furto della sua pistola durante il quale era stato anche ferito. Secondo quanto si apprende, aveva tre figli, due dei quali si trovavano stamattina a scuola, il terzo in gita con la classe.
Il cordoglio
“Purtroppo si è conclusa nel modo più tragico la mattinata di oggi a Napoli dove un uomo si è barricato in casa, ha ucciso sua moglie, sparato contro la polizia intervenuta e, alla fine, si è tolto la vita. Sono stati momenti concitati e drammatici, gestiti però con assoluta professionalità dai colleghi che hanno operato alla perfezione adottando ogni mezzo nel tentativo di scongiurare il peggio. A loro va il nostro plauso, perché si sono distinti per coraggio e competenza pur di fronte a un pericolo grave e subdolo”.
Così Stella Cappelli Segretario generale vicario Fsp Polizia di Stato, che aggiunge: “Per i poliziotti che operano a Napoli questo è pane quotidiano, perché parliamo di una città estremamente difficile e complicata dove è assolutamente necessario spendersi il più possibile per dare supporto agli operatori in divisa, a cominciare dall’indispensabile rinforzo in termini di quantità di personale che attualmente è troppo carente”.
“Quando qui arriva una chiamata d’emergenza – le fa eco Mauro di Giacomo, Segretario Fsp Napoli -, i colleghi che intervengono sanno che potranno trovarsi di fronte a qualsiasi cosa, anche la più impensata, ma purtroppo ogni giorno sempre più violenta e pericolosa, come è accaduto oggi quando si sono visti sparare addosso. Napoli manifesta quel tipo di problematiche che mettono seriamente a rischio la tranquillità dei cittadini, e il lavoro del personale in divisa è ancor più arduo e pericoloso. Il nostro dovere è garantire la sicurezza, ma dobbiamo poter contare su mezzi e soprattutto organici all’altezza di una sfida titanica“.