Dopo un mese di agonia, Ulderico Esposito, il tabaccaio aggredito alla stazione della metropolitana di Chiaiano si è spento. Dolore e lacrime a Napoli.
Muore il tabaccaio aggredito nella stazione metropolitana di Chiaiano
Ulderico Esposito, il tabaccaio di 52 anni aggredito lo scorso 9 giugno all’interno della stazione della metropolitana, dove lavorava, si è spento dopo un mese di agonia. Le sue condizioni erano apparse fin da subito critiche.
Dell’aggressore nigeriano, richiedente asilo sul territorio italiano, aveva parlato anche il ministro dell’interno Matteo Salvini: “Quando uscirà di galera sarà espulso”, aveva annunciato Salvini.
Non era razzista
Nel giorno dei funerali, don Ciro Tufo della Chiesa di San Giacomo Apostolo ha raccontato di Ulderico spiegando: “Era una persona dal cuore grande, frequentava assiduamente questa comunità e insieme alla sua famiglia, partecipava ai gruppi spirituali Cana, alle esperienze di preghiera organizzate dalla chiesa, ai ritiri spirituali e soprattutto alle attività di volontariato. Mi aiutava a preparare e organizzare i pasti per i poveri e gli immigrati, donando il suo tempo e servendo lui stesso il cibo ai tavoli. Si prendeva cura del prossimo ed era sempre pronto a dare una mano a chi si trovava in difficoltà, senza differenze di colore di pelle. Adesso più che mai è importante dire che per lui non contavano le provenienze, la religione o le diversità, non era di certo razzista
Nel raccontare questa vicenda e nell’interpretarla, ci sono state varie informazioni scorrette riguardo l’atteggiamento di Ulderico, come se avesse avuto qualcosa contro lo straniero, in quanto extracomunitario. Una notizia assolutamente falsa che non trova alcun fondamento, anzi c’è da dire che il tabaccaio fu uno dei primi ad aiutare il nigeriano, portandogli cibo e cercando di andare incontro ai suoi bisogni. Questo avveniva circa 2 anni fa, quando l’extracomunitario ha cominciato a frequentare la zona della metropolitana di Chiaiano. Ulderico non si è tirato indietro nel dargli aiuto”.