Cronaca Napoli, Napoli

Dati shock, costretti alla chiusura nove negozi al giorno

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Dati shock nel Napoletano per quanto riguarda il commercio, ormai in crisi dopo il periodo lockdown e le bollette alle stelle: secondo un report di Confesercenti sono costretti alla chiusura circa nove negozi al giorno. Un numero impressionante mai visto prima. Ormai le piccole aziende, ma anche le catene, fanno fatica a mandare avanti la loro attività commerciale. Lo riporta il Mattino.

Napoli, costretti alla chiusura nove negozi al giorno

Piccole attività commerciali sono costrette a dire addio. Sono oltre 3mila a Napoli le attività cessate lo scorso anno. Salumerie e negozi di abbigliamento sono quelle che faticano a restare aperte, soprattutto grazie anche all’e-commerce che sta spopolando.

La città partenopea ma in generale la Campania, sono al primo posto della graduatoria delle cessazioni delle piccole aziende. A lanciare l’allarme è la Confesercenti che ha stilato il consueto report sul saldo nati/mortalità delle imprese. Dai dati sul commercio emerge come la desertificazione stia colpendo i piccoli negozi con una trasformazione delle abirtudini di consumo dei residenti.

I dati

Le imprese di commercio al dettaglio campane che hanno chiuso definitivamente lo scorso anno sono state 5921, di cui solo 3163 a Napoli. Ogni giorno sono almeno nove i negozi costretti ad abbassare la saracinesca.

“La desertificazione delle attività commerciali – spiega Confesercenti – colpisce tutto il territorio nazionale, anche se a registrare i saldi peggiori sono le regioni con un tessuto commerciale più sviluppato. In termini assoluti, a registrare la perdita più rilevante è la Campania, con un saldo negativo di -2.707 negozi; seguono, a stretta distanza, il Lazio (-2.215) e la Sicilia (-2.142). Perdite rilevanti anche in Lombardia (-2.123) e Piemonte (-1.683)». I numeri su aperture e chiusure sono fatalmente legati a doppio filo. «Il dato sulle aperture del 2022 – continua l’associazione – è il più basso degli ultimi dieci anni, inferiore non solo al valore del 2012, ma anche rispetto al 2020, anno del Covid e del lockdown.

A Napoli e nel Mezzogiorno si registra una capacità di spesa sempre minore. In Campania i consumi sono attualmente inferiori del 7 per cento al resto d’Italia. Il caro-energia e l’aumento dei tassi sui mutui stanno completando l’opera. Nella nostra regione ci sono 700mila persone che vivono con il Reddito di cittadinanza e solo un milione di lavoratori. Questo si traduce nel fatto che è sempre più difficile spendere. Nei supermercati si trova il banco salumeria, con costi ridotti, rispetto a quella di quartiere. A tutto questo si aggiunge poi la concorrenza spietata dell’e-commerce. Tutti i piccoli esercenti che non hanno gli strumenti per vendere online vengono schiacciati dal commercio elettronico.”

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