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Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Casalnuovo di Napoli | La storia e i protagonisti, il clan Veneruso-Rea

Casalnuovo

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Casalnuovo di Napoli? La camorra è l’organizzazione criminale più potente del mondo. Questo è quello che si evince dai dati raccolti dall’organo di Investigazione di massimo livello: la Dia. La versione della relazione aggiornata è di recente stata pubblicata dal Ministero degli Interni. Le indagini hanno riguardato oltre 200 famiglie di camorra e migliaia di affiliati operanti in Campania, in altre regioni italiane e nazioni. Presente in diversi continenti, la camorra fattura annualmente migliaia di milioni di euro. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan di camorra di Casalnuovo di Napoli, il clan Veneruso-Rea.

Camorra: il clan più potente della zona di Casalnuovo di Napoli, il clan Veneruso-Rea, la storia

Il clan di camorra più potente di Casalnuovo è da sempre il clan dei Veneruso-Rea, sotto il comando del ras Antonio De Luca, 54 anni e di Fabio Luino, 46 anni, e in collegamento con diversi clan nell’area nord di Napoli. La realtà criminale di Casalnuovo e delle aree limitrofe è una trama pervasa da cartelli, gruppi e sottogruppi in conflitto tra loro da sempre. Stese, agguati, imboscate, tradimenti e scomparse di persone sono all’ordine del giorno. Formato da uomini esperti, il gruppo Veneruso-Rea è militarmente il più imponente, infatti nel suo territorio detiene un controllo totale, anche se l’equilibrio non si può definire per nulla stabile.

Solo di recente ci sono state, da parte di clan rivali, almeno tre stese nelle zone sotto il controllo del clan egemone. Inoltre, negli ultimi anni almeno tre faide hanno reso Casalnuovo e Volla un campo di battaglia, con il gruppo di Antonio De Luca da un lato e diverse coalizioni minori antagoniste dall’altro. Il più insidioso tra i contendenti del territorio è il clan Gallucci, capeggiato da Giancarlo Gallucci, che si è imposto con decisione e fermezza, dimostrando di essere all’ altezza della sfida. Nelle strade si sta assistendo ad una feroce e sanguinosa guerra e proprio il ras rivale Giancarlo Gallucci è stato recentemente vittima di un agguato, al quale è riuscito a scampare per caso, riportando solo qualche ferita.

Giancarlo Gallucci

L’arresto del ras Antonio De Luca

L’arresto del boss avvenne nel marzo 2019, quando emersero infiltrazioni della camorra nel Centro agroalimentare di Volla. A finire nel mirino dei clan fu una importante società specializzata in trasporti e logistica, la “Frigo Sud servizi”, dalla quale gli emissari del “Sistema” pretendevano una tangente di 20 mila euro in contanti da destinare ai carcerati. In caso la richiesta non fosse stata ottemperata,  la “tranquillità” dell’azienda e dell’intero centro agroalimentare,  sarebbe presto finita. Grazie a un’inchiesta lampo della Dda di Napoli e a seguito di un blitz, finirono in manette: Giovanni Belvedere, 35 anni, di Boscotrecase, detto “O Turres”; Francesco Guida, 29 anni, di Torre Annunziata, figlio del boss Nicola “O Spagnuolo”, figura di vertice del clan Gallo e Cavalieri; e appunto, Antonio De Luca.

Antonio De Luca

Dopo l’arresto del boss Antonio De Luca

Dopo l’arresto e dopo sei anni di reclusione, in primo grado e su richiesta della Dda di Napoli, il boss di Casalnuovo, noto anche come “Tonino o Chiatt”, ha ottenuto gli arresti domiciliari giovedì 25 maggio 2023. Nonostante i plurimi episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso e i precedenti penali per omicidio, partecipazione all’associazione mafiosa e detenzione di armi, il ras torna a casa. La Corte di Appello di Napoli ha accolto l’istanza dell’Avv. Antonio Iorio del Foro di Torre Annunziata, difensore di fiducia del capo clan, concedendogli gli arresti domiciliari proprio presso la sua abitazione di Casalnuovo di Napoli, nonostante lo stato di fibrillazione in cui versano i territori di Casalnuovo e Volla, a seguito di diversi omicidi e attentati che si sono verificati negli ultimi mesi.

La faida, i tentativi di estorsione e l’arresto di Fabio Luino

Di recente è scoppiata una nuova faida di camorra a Casalnuovo. I soggetti ritenuti a capo dei due clan rivali, però, si trovano entrambi dietro le sbarre. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del gruppo di Castello di Cisterna e della tenenza di Casalnuovo hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Dda a carico di Fabio Luino e Giancarlo Gallucci, raggiunti da gravi indizi di colpevolezza per il reato di tentata estorsione continuata e aggravata dalla finalità e modalità mafiosa. In particolare, l’attività investigativa condotta dagli Operatori dell Arma dei Carabinieri ha permesso di raccogliere sufficienti elementi indiziari a carico degli indagati, in ordine al tentativo di estorsione ai danni di due distinti imprenditori impegnati in lavori edili nel comune di Casalnuovo. Entrambe le vittime hanno denunciato, dimostrando vero coraggio, i tentativi di estorsione che avevano subito dagli indagati, rivolgendosi immediatamente ai Carabinieri. Le investigazioni hanno permesso anche di appurare che i fatti di fuoco avvenuti negli ultimi mesi a Casalnuovo, teatro di almeno tre stese, erano da ricondurre ad un conflitto in atto tra i clan locali per la supremazia dell’area. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, che ammette mezzi di impugnazione. I destinatari sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Fabio Luino

Durante l’esecuzione della misura, nel corso delle perquisizioni, gli Operatori dell’ Arma dei Carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, agli ordini del capitano Andrea Coratza, hanno sequestrato un’auto blindata, tre sfollagente, due pistole sceniche senza tappo rosso, un mirino telescopico da arma lunga e un rilevatore di gps. Il materiale era in possesso di Fabio Luino, il “secondo” in carica del ras Antonio De Luca. Intanto Giancarlo Gallucci, ha, invece, subito un duro attacco. Un commando di fuoco ha crivellato di proiettili la sua auto e anche in precedenza era riuscito a sfuggire a un agguato. La camorra di Casalnuovo, sul punto di iniziare una nuova e violenta faida, è stata bloccata sul tempo dalla Dda, per fortuna.

Relazione Dia

Delineare precisi confini e dire con assoluta certezza dove inizia, o finisce la presenza e il controllo di un dato clan di camorra, su un dato territorio, nell’area che interessa Casalnuovo e paesi limitrofi, è cosa complicata. A prescindere dalla diversità e dal numero, non sono state poche le azioni di contrasto attuate dalle Forze dello Stato per cercare di censire i gruppi. Inoltre, per sedare e bloccare i continui scontri, molti sono stati gli arresti, i sequestri di droga e armi e beni immobili per svariati milioni di euro, ma la forzata convivenza di diversi clan in un’area dove è così frastagliata la presenza di gruppi avversi e in continua metamorfosi rende la zona una “polveriera”. Ogni gruppo criminale è fornito di moltissimi uomini e armi, l’interazione e il linguaggio tra i diversi clan non è quasi mai quello della diplomazia, o degli accordi, ma è quello degli agguati e delle stese che troppo spesso scatenano faide feroci e sanguinarie, che provocano vendette, numerose vittime e delle quali si perde il controllo. La Dia nella relazione aggiornata dell’ultimo semestre cerca di mettere in ordine i pezzi del “puzzle criminale” delle organizzazioni, ma quello dei clan è un magma in continuo movimento, che esige costanti osservazioni.

Il clan Veneruso-Rea, oggi

Il clan Veneruso-Rea oggi è il più potente clan di camorra di Casalnuovo di Napoli.

È militarmente superiore agli altri gruppi, possedendo enormi quantità di armi e affiliati ed ha un controllo totale degli affari illeciti. Con il ras Antonio De Luca ai domiciliari, nella sua roccaforte di Casalnuovo, il pericolo che aumenti notevolmente il potere del clan e con esso una nuova esigenza espansionistica, è reale, per questo lo Stato ha intensificato uomini, mezzi e Forze, per fare controlli su tutta l’area e per fare in modo che non si verifichino disordini e azioni criminali.

Inoltre, la Dia ha potuto osservare come la modalità di fare affari del clan Veneruso-Rea sta cambiando, orientandosi verso nuovi obiettivi. Infatti sono sempre più frequenti i tentativi di avvicinamento alla politica. Le infiltrazione nella pubblica amministrazione e nelle gare di appalto per i lavori pubblici sono una nuova frontiera del profitto per il gruppo.

Le estorsioni e le piazze di spaccio permangono come fonte standard di guadagno, ma il clan ha iniziato ad investire in attività commerciali della ristorazione, dell’abbigliamento, dell’edilizia e delle sale da gioco, molto probabilmente perché queste attività aiutano l’azione di riciclaggio del denaro, che viene reinvestito in attività legali. In questo modo Il clan Veneruso-Rea, oltre a quello militare, ha anche il controllo totale dell’economia di Casalnuovo di Napoli.

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