È arrivata la risposta sull’esame del Dna effettuato sul coccodrillo del Maschio Angioino. Dall’esame del dna è emerso: il coccodrillo imbalsamato esposto per secoli sull’arco di trionfo del Maschio Angioino, pare sia davvero stato offerto – in pieno medioevo – da un soldato di ritorno dall’Egitto come ex voto all’immagine della Madonna del Parto.
Coccodrillo del Maschio Angioino
È quanto scriveva Pompeo Sarnelli nel 1685 parlando di Napoli, in una tesi dissimile da quella che avrebbe poi divertito Benedetto Croce, ovvero che il coccodrillo giunto dall’Egitto in una nave si sarebbe poi insediato nel fossato del castello napoletano.
Lo studio
Lo studio del dna del rettile ha permesso di chiarire da un lato l’origine del coccodrillo impagliato, cioè il lago Nasser in Egitto; dall’altro lo ha datato, facendolo risalire ad un periodo compreso tra il 1296 e il 1419, compatibile con la leggenda dell’ex voto.
I resti erano rimasti per circa 150 anni in un deposito di San Martino, poi furono riscoperti nel 2018 in pessimo stato di conservazione e quindi studiati.
I risultati
Fino al risultato di oggi: è stato Vincenzo Caputo Barucchi, ordinario di Anatomia comparata all’università politecnica delle Marche, a pubblicare sul coccodrillo un articolo scientifico sulla prestigiosa rivista “European Zoological Journal” insieme a Tatiana Fioravanti, esperta di Dna antico, e a Emanuele Casafredda, laureato in Restauro presso l’Accademia di belle arti di Napoli. A darne notizia, Repubblica.