Un infermiere multato a Napoli. È la storia di Davide Brignola, infermiere professionista di 36 anni che lavora per una cooperativa che ha vinto l’appalto per le prestazioni domiciliari dell’Asl Na1.
Coronavirus, infermiere multato a Napoli
Su Facebook il 36enne ha raccontato: “Sono stato multato per aver svolto il mio lavoro ma non mi hanno creduto. Ho ricevuto una chiamata dalla figli di una mia paziente nella tarda mattina e dopo le 16 sono andato a casa della signora al Vomero, al rientro una pattuglia mi ha fermato, prima mi ha chiesto i documenti, dove ero stato cosa avevo fatto, gli ho mostrato il tesserino da infermiere e non gli è bastato. Ho fornito anche l’indirizzo della paziente pur temendo di aver violato la privacy e nulla, alla fine è arrivato il verbale e prima di firmarlo ho scritto delle annotazioni perché non è giusta una sanzione di 533 euro a un infermiere per aver svolto il proprio lavoro.
Chissà forse mi hanno fermato perché in macchina non avevo la mascherina, ma ero da solo e il dispositivo di protezione l’avevo appoggiato sul sedile di guida, credo che sia stato questo il motivo. Le domande degli agenti sono durate più di 40 minuti. Sono rimasto sorpreso e amareggiato”.
L’autocertificazione
“A casa non ho la stampante e in altre occasioni mostrando il tesserino non ho avuto problemi, non è che vado in giro per piacere ma per lavoro, ho una famiglia e certo anche io come tanti miei colleghi temiamo di essere contagiati, ma pur avendo fornito l’indirizzo e il cognome della signora dove mi sono recato domenica, mi hanno comunque multato. Ed io sono pronto al ricorso, non posso permettermi di pagare una somma del genere, non dovuta visto che stavo lavorando”.