NAPOLI. Le prove acquisite non sono sufficienti per affermare che i clan camorristici abbiano fatto pressione determinando così la rinuncia del consorzio Eurogas alle concessioni. Una rinuncia che ha poi favorito la Cpl Concordia per quanto riguarda i lavori di costruzione della rete del gas in alcuni comune della provincia di Caserta. È questa la sentenza dei giudici del Tribunale Napoli Nord con presidente Francesco Chiaromonte, giudici Luca Rossetti e Marina Napolitano. La notizia è riportata da Il Mattino.
La sentenza
“Il fatto non sussiste”, è questa la motivazione della sentenza emessa il 13 ottobre 2017 che ha assolto i manager della cooperativa modenese Roberto Casari, difeso dagli avvocati Luigi Chiappero e Luigi Sena, Giulio Lancia, assistito dall’avvocato Bruno Larosa, e Giuseppe Cinquanta, difeso dagli avvocati Arturo ed Errico Frojo.
I giudici scrivono nella sentenza che “gli elementi acquisiti sono insufficienti per poter affermare che tale operazione sia stata propiziata dalla camorra in ossequio ad un previo accordo con la società modenese, emergendo con certezza un coinvolgimento del clan dei Casalesi soltanto in una fase successiva, quando il Bacino Campania 30 era stato già costituito e doveva quindi darsi avvio alla fase operativa”.
Nelle motivazioni il Tribunale si sofferma poi sul ruolo dell’ex senatore Ds ed ex segretario della commissione Antimafia Lorenzo Diana, che non era imputato nel processo ma risulta indagato nell’ambito di una inchiesta-stralcio della Dda per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa.
Per i giudici di Napoli Nord, Diana si sarebbe adoperato per il rilascio delle concessioni allo scopo di «acquisire visibilità politica», agevolando il percorso burocratico della Cpl Concordia, attraverso contatti con sindaci e prefetti (questi ultimi in riferimento ad alcuni comuni commissariati).