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Crollo viadotto a Genova, sequestri al ministero delle Infrastrutture

NAPOLI. La Guardia di finanza sta eseguendo un decreto di sequestro emesso dalla procura di Genova che riguarda tutta la documentazione relativa al ponte Morandi dopo il crollo avvenuto lo scorso 14 agosto provocando la morte di 43 persone. Lo riporta l’Ansa.

Crollo ponte Morandi, sequestri al ministero

Le Fiamme gialle sono nelle sedi del Ministero delle Infrastrutture e nel suo ufficio ispettivo territoriale di Genova, nella sede del Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, e della Spea Engineering spa. I sequestri stanno avvenendo a Roma, Milano, Firenze e Genova.

Ipotesi di crollo, una bolla d’aria

Tra le ipotesi bolla d’aria dentro il tirante – Una bolla d’aria all’interno del tirante di calcestruzzo che avrebbe corroso e arrugginito i cavi di acciaio all’interno dello strallo. E’ il primo scenario, come riportato da Repubblica, che i consulenti della procura di Genova ipotizzano come una delle possibili cause del crollo. Il difetto sarebbe sorto durante la fase di “iniezione” del cemento che ingloba i trefoli, i cavi in acciaio. Le indagini dei magistrati si sono sin da subito orientate sul cedimento degli stralli, i tiranti di calcestruzzo. Inoltre, secondo le prime ricostruzioni, il lato che cede per primo è quello a sud. E già negli anni ’80, lo stesso ingegnere Riccardo Morandi, in uno studio commissionato da Autostrade, aveva sottolineato corrosioni più sul lato mare che su quello monti. Una degradazione, scriveva Morandi, “più rapida di quello che ci si potesse aspettare”.

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