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De Cecco e Swarowski “litigano” per le ville a Porto Rotondo: scontro in tribunale

Porto Rotondo

“Nel 2008 ho comprato la villa, mi piaceva anche per il bellissimo panorama, ma ora mi affaccio e vedo un tetto”. Quando si è presentato in aula, al Tribunale di Tempio, non poteva essere più sintetico. Giuseppe De Cecco, 68 anni, un cognome che significa “pasta” in qualsiasi parte del mondo, ha deciso di andare sino in fondo. Ce l’ha con la sua vicina di magione, a Porto Rotondo, esclusiva località turistica del nordest Sardegna. La dirimpettaia in questione è Marina Giori Swarovski, 76 anni, pronipote italiana del fondatore dell’azienda che resiste dal 1865. Lei ha ampliato la dependance della sua villa. Lui, che si sente privato della bellissima visuale per cui aveva acquistato casa proprio lì, ha presentato un esposto in Procura. Lo riferisce l’Ansa.

Ville De Cecco-Swarowski a Porto Rotondo

Oggi in tribunale hanno deposto due testimoni: un agente del corpo forestale, che aveva effettuato gli accertamenti, chiamato dai legali di De Cecco, e un geometra portato in aula dalla difesa. Il processo – aggiornato al 24 settembre – vede imputati per abuso edilizio Marina Giori Swarovski in qualità di committente dei lavori, Erek Nuener, proprietario e legale rappresentante della società Jewel Establishment, Savin Jacques Couelle, progettista e direttore dei lavori, e Antonio Caredda, costruttore arzachenese. Sono difesi dagli avvocati Franca Della Camelia, Giuliano Frau, Gian Comita Ragnedda ed Egidio Caredda.

Nel 2013 l’inchiesta portò al sequestro della dependance da parte della Procura e a un decreto penale di condanna a cui i difensori dei quattro imputati si sono opposti, di fatto originando il processo. “La mia villa – ha ricordato nella prima udienza De Cecco, difeso da Attilio Chirico – confina con Villa Trinitaria, e quando nel settembre 2012 ho visto una gru, ho capito che si stavano realizzando nuove opere”. La proprietaria, però, lo aveva rassicurato, ma al suo rientro a Porto Rotondo, tra aprile e maggio 2013, si era trovato la visuale sbarrata. Da qui l’esposto. Quell’ampliamento era stato creato grazie al Piano casa, ma per la Procura i volumi realizzati sono superiori a quelli autorizzati.

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