NAPOLI. Questa mattina l’assessore con delega al Bilancio del Comune di Napoli, Enrico Panini, ha portato in Consiglio Comunale la relazione sulle iniziative a seguito della delibera della Sezione Regionale della Corte dei Conti.
“Prima di entrare nel dettaglio tecnico, Panini ha voluto chiarire preliminarmente che la Corte dei Conti ha svolto un lavoro serio e importante, e ora si attendono decisioni importanti anche da parte della commissione bilancio del Senato”.
“Va ricordato che la Giunta de Magistris appena insediata mise in campo un’operazione verità sui conti, un’operazione che l’assessore ha riepilogato indicando una serie di cifre che esemplificano la difficilissima situazione trovata”.
“Da questo quadro si partì per lavorare ad un risanamento che ora si rischia di vanificare, perché – ha detto l’assessore dopo aver enunciato una serie di cifre per ricordare le prime azioni messe in campo – il dissesto produrrebbe effetti gravi sulla città e sui cittadini, effetti che la Giunta ha inteso contrastare col ricorso alle sezioni riunite contro la delibera emanata dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti”.
“La scelta stessa fatta all’epoca di avviare un’azione forte col Governo e di arrivare al piano di rientro senza fare scelte di dissesto portò alla rottura in Giunta con l’allora assessore al bilancio che aveva un altro orientamento. La Corte non ha approvato il piano di riequilibrio sostenendo che quando vi fu l’approvazione l’Amministrazione sarebbe già stata in una condizione di dissesto”.
“Nel novembre 2015 ci fu l’approvazione della strada intrapresa da parte delle sezioni riunite che riconobbero un cambio di rotta rispetto alle politiche precedenti, come l’aumento della pressione tributaria. Fino ad ottobre 2015 si mantennero sostanzialmente i punti fondamentali del piano, come il pagamento dei creditori, la riduzione del numero delle partecipate e della spesa, ma dopo si cominciò ad andare in difficoltà perché iniziano ad emergere gli effetti prodotti dalle nuove politiche di bilancio. Nel 2016 si abbatte il debito Cr8 nei confronti del Commissariato dei rifiuti, si procede all’assunzione delle maestre, non vi è nessun licenziamento di dipendenti, si attuano le politiche di mobilità tra le partecipate”.
“Sulle motivazioni di conclusione della deliberazione 240 della sezione regionale di controllo , i due più rilevanti sono stati oggetto di ricorso alle sezioni riunite: l’elusione del patto di stabilità per il 2014 e l’elusione dal saldo di finanza pubblica per il 2016. Il primo determina effetti sull’anno finanziario 2018 come blocco assunzioni, blocco finanziario e la riduzione dei trasferimenti erariali in misura pari allo sforamento del patto. Su queste due motivazioni, è stato predisposto il ricorso, ritenendo non vi sia stata alcuna elusione, né del primo né del secondo punto”.
“I rilievi hanno riguardato anche le procedure da seguire per la rimodulazione del debito, la determinazione dei residui, il mancato incasso degli utili ABC e il mancato riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Su questi ultimi due aspetti è stato eccepito che per il 2014 gli introiti percepiti come utili da ABC sono stati destinati ad interventi strutturali necessari al completamento del ciclo integrato delle acque. Sul 2016, dove il nodo è costituito dai debiti fuori bilancio, si rileva infondato attribuire su un solo anno debiti di un anno e mezzo, così come riconoscere il debito del Cr8 nel 2016 non è elusivo della norma perché è a febbraio 2016 che le norme hanno riconosciuto non fondato il rilievo del Comune rispetto a questo debito, mentre fino ad allora lo ritenevamo non iscrivibile in bilancio, Ci si augura, ha detto Panini, che le sezioni riunite della Corte decidano nel merito quanto prima perché gli effetti sul 2018 risulterebbero essere particolarmente gravosi”.
“Sul fronte della riscossione – ha spiegato l’assessore – vi è un miglioramento, ma siamo ancora profondamente insoddisfatti e ci è stato mandato di invertire la tendenza. Aumenta la capacità di riscossione, pur se in modo ancora insoddisfacente. Sull’IMU 2017 siamo a un livello molto alto, imposta di soggiorno è già al 97%, mentre i dati negativi riguardano le multe stradali e la Tari, specialmente rispetto alle utenze commerciali. Per chi vorrebbe mettersi in regola, ma non ce la fa, sarebbe utile ragionare sul sistema del baratto amministrativo. Nel 2018 si inciderà sulle cosiddette ‘locazioni brevi’ e sull’utilizzo dei beni religiosi che sfuggono a Imu e Tari. Il tasso di spesa 2015-2017 si riduce, mentre sono in corso gli accertamenti rispetto al patrimonio immobiliare e alle morosità incolpevoli. La vendita del patrimonio risente invece degli effetti del mercato e per questo è stato chiesto a Cassa Depositi e Prestiti di svolgere una sorta di calmieramento del mercato”.
“Il disavanzo accertato dalla deliberazione della Corte risulta di una consistenza diversa, e va segnalato, rispetto al patto di stabilità, che in corso d’opera sono state emanate norme stringenti che vincolano la spesa dell’ ente”.
“Ultimo punto importante, all’inizio del 2016 sono state introdotte le norme sulla contabilità armonizzata, con un cambio di sette regole fondamentali sulla tenuta dei conti, con conseguente aumento della sofferenza degli enti impegnati in piano di riequilibrio. Cambia la copertura del fondo crediti di dubbia esigibilità, si introduce il fondo oneri passività latenti con ulteriore accorpamento di somme e costante riduzione dei trasferimenti. Ad un certo punto si sceglie che la funzione di esattore venga svolto dall’ente locale e non più dal governo centrale. L’Amministrazione ha posto all’Anci e a al Consiglio dei Ministri la questione che in Italia 250 comuni hanno sottoscritto regole per rientrare dalla situazione di predissesto e se cambiano i patti sottoscritti, si sceglie di mandare questi comuni tutti fuori regola. Non è stato posto il tema di norme ad hoc per Napoli, ma si è cercato di rappresentare l’insieme dei problemi dei comuni. Questa risulta essere un’importante soddisfazione, perché un cambio senza raccordo impedisce ai comuni di onorare i propri impegni. Si attende ora una norma dalla commissione bilancio del Senato per dare risposta alla questione posta che l’ottanta per cento della popolazione del Mezzogiorno vive in enti in predissesto, una riproposizione drammatica della questione meridionale rispetto alla quale credo si sia in grado di dare una risposta positiva”.
“L’imposizione del vincolo dell’equilibrio di bilancio – ha concluso l’assessore Panini – è una norma che parla alle finanze e non alle donne e agli uomini, mentre invece va costruita l’Europa dei popoli, che il bilancio deve seguire e non precedere”.