Detenuto incendia la cella nel carcere minorile di Nisida: momenti di tensione quelli vissuti nel pomeriggio di ieri, sabato 6 luglio. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno estinto il rogo. La denuncia dei sindacati SiNAPPe/OSAPP/UIL PA/USPP/FSA CNPP.
Nisida, detenuto incendia cella nel carcere minorile
Nel pomeriggio di ieri, sabato 6 luglio, presso l’Istituto penale per minorenni di Nisida, un detenuto già autore di diverse vicissitudini, ha dato fuoco – insieme ad altro detenuto – ad una stanza detentiva presso il reparto osservazione, facendo anche resistenza. Anche al secondo piano terra si è verificato un evento critico. A darne notizia sono i sindacati di categoria della Polizia Penitenziaria SiNAPPe/OSAPP/UIL PA/USPP/FSA CNPP che evidenziano l’encomiabile e tempestivo l’intervento della Polizia Penitenziaria che, ancora una volta, ha dimostrato zelante professionalità ed umanità.
La denuncia
“La situazione è preoccupante, dettata anche da una discutibile gestione e sovraccarichi di lavoro per il personale di Polizia Penitenziaria. Più volte abbiamo ribadito che i giovani adulti devo scontare la pena nei carceri per adulti nel circuito penale ordinario perché minano la riabilitazione degli altri detenuti minorenni – chiosano i sindacalisti -.
La struttura di Nisida – attualmente – risulta sovraffollata con quasi 70 detenuti ed il personale deve fronteggiare quotidianamente situazioni difficili, in già precarietà strutturali e logistiche. In più da tempo chiediamo l’organizzazione generale del lavoro e dei servizi e non abbiamo risposte concrete dalla Direzione di Nisida, al punto da chiedere al Dirigente regionale di avviare i lavori negoziali presso la sede del CGM di Napoli. Occorrono serie riflessioni politiche a salvaguardia del personale di Polizia Penitenziaria di Nisida e delle restanti strutture della Campania – concludono i sindacalisti – da parte del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, al quale abbiamo più volte chiesto di rafforzare gli organici dei poliziotti penitenziari e di rivedere le significative assegnazioni di detenuti da altri Istituti del Paese. Serve un cambio di passo, non è più tollerabile che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria siano quotidianamente esposti a rischi.”