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4 dichiarazioni (almeno) criticabili di Gianluigi Buffon

NAPOLI. Nel corso di questa settimana hanno fatto discutere moltissimo le dichiarazioni che Gianluigi Buffon ha rilasciato al termine di Real Madrid-Juventus, gara di ritorno dei quarti di Champions League che ha decretato l’eliminazione dei bianconeri dal torneo.
Buffon, che è stato espulso per proteste in seguito al rigore assegnato allo scadere agli spagnoli, ha rivolto parole poche gentili all’arbitro inglese Oliver: “Non è un essere umano. Non puoi fischiare un rigore così: gli animali si comportano così. Hai un bidone dell’immondizia al posto del cuore“, ha detto, tra le altre cose, Gianluigi Buffon parlando ai giornalisti a fine gara. Parole che hanno scatenato ovvie polemiche e divisioni, tra chi si è schierato dalla parte del numero uno bianconero e chi contro.

Le dichiarazioni controverse di Gianluigi Buffon

Gianluigi Buffon, quasi sempre impeccabile tra i pali, non è nuovo ad uscite quantomeno controverse. Nel corso della sua carriera, infatti, il portiere della Juventus ha fatto spesso discutere per alcune dichiarazioni che non sempre hanno convinto. Eccone alcune, dai tempi del “Boia chi molla” sulla maglia del Parma all’ira contro l’arbitro Oliver di Real-Juve.

Buffon e il “Boia chi molla” sulla maglia

Siamo nel 1999. Un giovanissimo Gianluigi Buffon veste la maglia del Parma. Dopo una partita rilascia un’intervista ad Enrico Varriale, giornalista Rai, che sembra non accorgersi – o comunque non fa notare – una scritta abbastanza evidente che appare sulla maglia del portiere.

“Boia chi molla”, uno slogan fascista sul quale in molti chiederanno conto a Buffon. Ecco la sua risposta: “”Io non so niente di politica, sono ignorante di queste cose, venivamo da una batosta e volevo semplicemente dire di non mollare. Altro che fascismo: mi dispiace se ho creato scompiglio, ma volevo solo incoraggiare i compagni. Pensavo che quella scritta venisse apprezzata”.

Calcioscommesse, Buffon: “Meglio due feriti che un morto”

Una delle più importanti bandiere nella storia della Juventus e della Nazionale italiana ha detto: «Chi conosce il calcio e lo vive giorno dopo giorno sa cosa succede. In alcuni casi si dice meglio due feriti che un morto».

Dichiarazioni che Buffon rilasciò a Coverciano nel 2012, rispondendo alle domande sullo scandalo del calcioscommesse che aveva coinvolto anche Antonio Conte, all’epoca suo allenatore alla Juventus.

Buffon e il gol di Mutari

Sempre nel 2012, nel mezzo della lotta scudetto contro il Milan di Allegri, si verifica un episodio che scatena polemiche destinate a restare nella storia di quel campionato. Nello scontro diretto disputato a San Siro, il centrocampista rossonero Sulley Muntari spinge la palla oltre la linea della porta con un colpo di testa da distanza ravvicinata. Buffon ci arriva con un colpo di reni, ma il gol è netto.

L’arbitro non è dello stesso parere e non convalida la rete. Quell’anno non c’era ancora il microchip nel pallone e la Goal Line Technology. L’arbitro sulla linea di porta, l’assistente e il direttore di gara non vedono. Non è gol. Di lì a poco la Juventus pareggerà lo svantaggio iniziale firmato Nocerino grazie ad un gol di Matri. Dal pareggio di San Siro parte la prima cavalcata di Conte verso lo scudetto, il primo della lunga serie proseguita poi con Allegri.

Buffon, a caldo, disse: “Se avessi visto che la palla era in rete, comunque non avrei aiutato l’arbitro“.

(video da Calciomercato.com)

Real-Juve e il bidone dell’immondizia al posto del cuore

Le dichiarazioni che hanno seguito Real Madrid-Juventus fanno parte della storia recente. Sull’arbitro Oliver Buffon ha detto: “Non so se lo ha fatto per un suo vezzo e per mancanza di personalità, ma un essere umano non può decretare l’uscita di una squadra. Uno così al posto del cuore ha un bidone d’immondizia. Se non puoi stare in campo in una partita simile, te ne stai in tribuna con moglie e figlia. Non sapeva dove si trovava, non sapeva quali squadre si affrontassero, non conosceva i calciatori in campo, non sapeva un c …! Il Real ha meritato, ma l’arbitro doveva avere la sensibilità per capire il disastro che stava facendo. Non può permettersi di rovinare un’impresa epica”.

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