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Disastro Sarno, Casciello (Fi): “Serve legge quadro per tutela del territorio”

Questa mattina Gigi Casciello, parlamentare di Forza Italia, è intervenuto al convegno organizzato dall’Ordine dei Geologi oggi a Salerno, a vent’anni dalla tragedia del 5 maggio 1998 che ha colpito Sarno e altri comuni della Campania e nel suo messaggio per la ricorrenza dell’alluvione ha detto: «Una mamma che stringe in un abbraccio una bara piccola, troppo piccola per dare un senso ad una tragedia che forse poteva essere evitata. Ma noi siamo il Paese che sa gestire le emergenze, non prevenirle: venti anni fa 160 morti tra Sarno, Bracigliano, Quindici, Siano, di cui 137 nella sola Sarno». Il Deputato di Forza Italia ha portato i saluti istituzionali all’incontro, proseguendo: «Oggi il dibattito è servito anche a fare il punto, con degli esperti, su quanto è accaduto nel “dopo Sarno”, in termini sia di conoscenza sui fenomeni di frana sia di evoluzione normativa e di gestione del cosiddetto “rischio idrogeologico”. Serve una nuova “legge quadro” sulla materia della tutela del territorio che possa riordinare tutta la normativa per una maggiore efficacia nell’impiego delle risorse destinate all’ambiente, per la riduzione del dissesto idrogeologico nel Mezzogiorno e per attuare specifici interventi prioritari e urgenti volti alla mitigazione di questo stesso rischio. Porterò questa idea, emersa anche dal Convegno di questa mattina con l’Ordine dei Geologi, in Parlamento per dare vita proprio a questa necessaria legge quadro».

Sarno, le parole di Casciello

«A Sarno – ha poi ricordato Casciello – la ricostruzione non è ancora terminata, tantissime le difficoltà per gli espropri, problemi di gestione acuiti con il passaggio delle competenze dal Commissariato di Governo all’agenzia regionale Arcadis, ed ancora non si completa la messa in sicurezza del territorio. A preoccupare a vent’anni dalla tragedia è la manutenzione delle opere realizzate in parte e soprattutto a chi spetta questo compito. La Regione Campania dovrebbe intervenire con un piano triennale per la manutenzione delle opere, l’incuria e la cattiva gestione del territorio determinano ancora oggi una situazione di rischio idrogeologico molto grave. È dovere della Regione investire molto di più in azioni di prevenzione in modo da ridurre al minimo gli interventi in emergenza. Le risorse per gli interventi strutturali sono insufficienti e spesso vengono utilizzate anche male. Occorre anche l’attivazione dei presidi territoriali sull’intero territorio, valorizzando proprio l’esperienza di quei tragici giorni del 1998, in modo da garantirne l’operatività non soltanto nelle fasi emergenziali. Infine bisogna fare meglio e molto di più in termini di previsione, prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, ecco perché emerge impellente la necessità di una norma quadro».

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