NAPOLI. Pietro Grasso si presenta alle imminenti elezioni del 4 marzo carico e ricco di aspettative. Dopo la fuoriuscita dal Pd, il presidente del Senato ha fondato il partito Liberi e Uguali che si sta assestando su percentuali che si aggirano intorno al 6%.
Grasso a Porta a Porta
Durante la trasmissione di Rai Uno Porta a Porta, Pietro Grasso ha toccato diversi argomenti. Sulla sua nuova avventura politica: “Ho deciso di fare un atto di stacco dal gruppo del Pd dopo la legge elettorale. Dopo le cinque fiducie ho pensato di prendere le distanze. Dopo questo atto politico in tanti mi hanno contattato, chi per farmi rientrare e chi per offrirmi possibilità diverse. Un giorno sono venuti Civati, Speranza e Fratoianni per offrirmi la guida di questo partito”.
Sui rapporti con gli altri partiti di sinistra: “Una chiacchierata con Bersani l’ho fatta, con D’Alema no. Con Bersani il rapporto risale a quando ero magistrato e mi offrì di candidarmi al Parlamento. Avrei optato certamente per una vita tranquilla. Questa offerta di rimettermi in campo mi ha fatto venire tutte quelle idee politiche represse che ho avuto da magistrato e presidente del Senato. Ora cerco di realizzare l’opportunità di una visione di un Paese diverso e diviso. Bisogna fare qualcosa. È una avventura”.
Sinistra e tasse universitarie
“Non si può fare una coalizione con chi sai che non ti fa portare avanti il tuo programma. Lo abbiamo già visto in Parlamento. Tante leggi sono state bloccate dal partito della Lorenzin perché non davano i numeri. Come fai a partire sapendo che le tue politiche, che sono di sinistra, vengono bloccate da qualcuno?”.
“Il Pd di Renzi non è quello in cui son entrato io con Bersani. E’ andato verso politiche che non condividevo più. Non condivisi la Buona Scuola e Jobs act. Ora ho la possibilità di cercare di dare un contributo per essere una novità assoluta. Se il Pd fa le politiche di sinistra che noi vogliamo noi lo sosteniamo”, ha proseguito Grasso.
“Non siamo noi che lasciamo vincere la destra. Se si adeguano alle nostre politiche noi siamo d’accordo il metro di paragone è questo. Sono gli altri che hanno perso consenso. Non siamo noi che lasciamo vincere; se si adeguano alle nostre politiche può esserci un accordo. Non facciamo vincere noi, sono gli altri che magari hanno perso consenso. Dal 40% al 20% circa”.
Sulle tasse universitarie: “Volevo accendere i fari sul diritto allo studio, che deve andare dalla culla fino all’università, deve essere un diritto garantito. Ma è ovvio che se non fai gli esami nessuno ti paga le tasse”, e devono essere tutelati “gli studenti-lavoratori. Quella sulle tasse universitarie è una proposta che abbiamo fatto per mettere i riflettori sul diritto allo studio che è previsto in Costituzione e deve andare dalla culla all’università, su questo concordo con il ministro Lorenzin. Nessuno vuole pagare i fannulloni l’esenzione non è automatica”.