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Eruzione di Pompei, nuovi studi riportano alla data pliniana: 24 agosto del 79 d.C.

ridley scott miniserie pompei

Foto di archivio

La storica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che distrusse Pompei, Ercolano e altre città circostanti, è un evento iconico della storia antica, ma la sua data precisa è da tempo oggetto di dibattito. Tradizionalmente attribuita al 24 agosto, secondo quanto indicato nei manoscritti delle lettere di Plinio il Giovane (Epistole VI, 16), questa data è stata più volte messa in dubbio sulla base di indizi archeologici e di interpretazioni alternative delle fonti storiche.

Eruzione del Vesuvio, importante scoperta sulla data

I manoscritti più antichi riportano la data come “nono giorno delle calende di settembre”, che corrisponde al 24 agosto. Tuttavia, alcune copie presentano errori di trascrizione che hanno generato confusione. In particolare, l’ambiguità nella lettura del termine “nonum” (nono) ha portato alcuni studiosi a interpretarlo come “nov.” (novembre), suggerendo una data successiva, come il 1° novembre.

Anche la teoria del 24 ottobre ha trovato sostenitori, tra cui Giovanni Battista Alfano e Immanuel Friedlaender, che nel 1929 proposero questa data basandosi su una presunta correzione della tradizione manoscritta. Tuttavia, studi più recenti, come quelli di Pedar Foss, dimostrano che tali ricostruzioni si basano su errori interpretativi privi di solide basi documentali.

Al di là delle fonti scritte, gli scavi archeologici nelle città vesuviane hanno fornito indizi che sembrano contraddire la data agostana. Ad esempio:

Uno studio pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, basato su un progetto di archeologia sperimentale e sull’analisi delle fonti letterarie, conclude che, nonostante le contraddizioni archeologiche, non esistono prove sufficienti per scartare definitivamente la data del 24 agosto. Le varianti testuali e le interpretazioni alternative, come quella del 24 ottobre, sono state confutate come errori di tradizione manoscritta o ipotesi prive di fondamento storico solido. Tuttavia, gli autori sottolineano che la possibilità di un errore nella testimonianza di Plinio il Giovane non può essere esclusa.

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