Cronaca Napoli, Napoli

Ex gasometro al Vomero, ripartono gli appelli dei residenti

Vomero, viale Raffaello, ex gasometro

NAPOLI. Un anno e mezzo fa, nel novembre del 2016, a seguito dell’ennesima nota inviata da Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, il quale, da lustri, si batte per la nascita del parco agricolo didattico, in fase di realizzazione nell’area dell’ex gasometro, su un terreno posto tra viale Raffaello e salita Cacciottoli, al Vomero, l’annosa vicenda era finita alla ribalta delle cronache, anche con un servizio, dedicato espressamente alla vicenda, del TGR Campania.

Ex gasometro al Vomero, l’intervista a Capodanno

Stamani le telecamere del TG regionale, sollecitate dallo stesso Capodanno, sono tornate sui luoghi per verificare lo stato dei lavori dopo la ripresa avvenuta negli ultimi tempi. Presenti oltre alla troupe del TGR e a Gennaro Capodanno, alcuni residenti. Nessuno invece si è presentato sui luoghi per la municipalità collinare, che comprende i territori del Vomero e dell’Arenella e per il Comune di Napoli.

“Insieme ai cittadini e al giornalista del TGR abbiamo potuto verificare la presenza di alcuni operai a lavoro – afferma Capodanno – ma non si sono potuti acquisire i dati relativi ai lavori in esecuzione, vale a dire il tipo di opere da realizzare, l’importo dei lavori, le modalità di realizzazione, gli estremi delle autorizzazioni e/o permessi, il nome dell’impresa esecutrice, i nomi del progettista, del direttore dei lavori, del coordinatore per la sicurezza, del responsabile del procedimento e del direttore del cantiere, nonché la durata dei lavori con l’indicazione dell’inizio e della fine degli stessi, dal momento che non è stato possibile reperire il cartello di cantiere, per il quale vi è obbligo di esposizione, ai sensi del comma 4 dell’art. 27 del D.P.R. 380/2001. Tale mancanza è stata immediatamente segnalata, a mezzo mail, per i provvedimenti del caso, anche all’ufficio antiabusivismo del Comune di Napoli”.

“Va precisato – puntualizza Capodanno – che, nel caso di lavori pubblici, le dimensioni di tale cartello  sono fissate dalla Circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 1729/UL del 1 giugno 1990 e stabilite nelle misure minime di 1 m di base per 2 m di altezza. La stessa circolare indica che la tabella anzidetta deve essere “collocata in sito ben visibile indicato dal Direttore dei lavori, entro cinque giorni dalla consegna dei lavori stessi. Per le opere con rilevante sviluppo dimensionale, il Direttore dei lavori dovrà altresì provvedere affinché venga installato un numero di tabelle adeguato all’estensione del cantiere. Tanto la tabella quanto il sistema di sostegno della stessa, dovranno essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza e di decoroso aspetto. La tabella dovrà recare impresse a colori indelebili le diciture riportate nello schema tipo allegato alla presente con le opportune modifiche e integrazioni da apportare, ove occorra, in relazione alle peculiarità delle singole opere. In fondo alla tabella dovrà essere previsto un apposito spazio per l’aggiornamento dei dati e per comunicazioni al pubblico in merito all’andamento dei lavori. In particolare, dovranno essere indicate in tale spazio le sospensioni e le interruzioni intervenute nei lavori, con illustrazione dei motivi che le hanno determinate e con le previsioni circa la ripresa dei lavori e i nuovi tempi di completamento dell’opera”.

“Tornando a quanto riscontrato in sito – sottolinea Capodanno – si è potuto riscontrare il perdurare dello stato d’abbandono che regna nella zona. In particolare in un tratto della salita Cacciottoli, dove da tempo è presente, su un muro posto a confine dell’area interessata, una struttura provvisionale, realizzata con ponteggi tubolari e mantovane parasassi, che versa in condizioni manutentive sempre più precarie. Ponteggi per i quali alcuni residenti paventano che possano essere corrisposti da anni gli oneri per il noleggio”.

Nel corso dell’intervista Capodanno ha ripercorso alcune tappe fondamentali dell’annosa vicenda che parte  nel lontano 1996, 22 anni fa. “Il parco era stato progettato su un’area vincolata, dell’estensione di circa 14mila metri quadrati, di proprietà privata, all’interno della quale si trovava una campana gassometrica da tempo dismessa. Sotto una parte del terreno interessato si ventilava, all’epoca, l’ipotesi che potesse sorgere un parcheggio interrato, cosa che, con il vincolo dell’area, non sarebbe stata mai possibile – ricorda Capodanno -. Dopo una serie di battaglie sostenute dai comitati e dalle associazioni di zona, il Comune di Napoli elaborò una variante per un progetto di riqualificazione, pubblicato all’epoca anche nelle cartografie del sito internet del Comune di Napoli, variante approvata con deliberazione consiliare n. 44/2001 e con deliberazione di Giunta comunale n. 2365/2002. Successivamente, con decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania n. 529 del 24 settembre 2004, la stessa variante fu approvata anche dalla Regione Campania”.

 “Nel 2008 – prosegue Capodanno – l’amministrazione comunale ottenne un finanziamento per i lavori relativi alla realizzazione del parco, per un importo di 2,5 milioni di euro, dei quali 139mila euro per l’indennità provvisoria di esproprio, destinati al proprietario dell’area. Successivamente, nel marzo del 2011, dopo varie traversie, il parco fu presentato, in pompa magna alla stampa, nel mentre, dopo anni d’attesa, erano da poco iniziati i lavori per la sua realizzazione, lavori che sarebbero dovuti durare sei mesi ma che invece furono improvvisamente sospesi di lì a poco. Successivamente sono nate le ben note vicende giudiziarie tra la proprietà del terreno e l’amministrazione comunale partenopea. Durante l’estate dello scorso anno, infine, i lavori sono ripresi e, stando a quanto emerso nel corso  di una riunione della commissione comunale competente, tenutasi a febbraio, sarebbero dovuti essere  in dirittura d’arrivo. Stamani invece si è saputo che, se tutto va bene, il completamento dei lavori avverrà poco prima della pausa estiva ma che potrebbe essere rinviato anche a settembre. L’assenza, già evidenziata, del cartello di cantiere, che, per legge, in materia di opere pubbliche, consente ai cittadini di seguire tutta la cronistoria dei lavori nel corso della loro evoluzione, non consente, al momento, certezze al riguardo”.

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