TORRE ANNUNZIATA. “Farai la fine di Siani”. Con questo macabro messaggio è stato minacciato il giornalista Salvatore Sparavigna. Un “pizzino” rinvenuto nella propria cassetta postale al suo rientro a casa, venerdì sera.
Il messaggio di Sparavigna
Di seguito il messaggio condiviso dallo stesso Salvatore Sparavigna:
“Negli ultimi cinque anni, da quando cioè sono rientrato a Torre Annunziata e ho cominciato a scrivere in merito alle problematiche della mia città, ho subìto numerose violenze ed aggressioni e con “coincidente” regolarità, anche calunnie, diffamazioni ed insulti di ogni genere, spesso sfociati in danneggiamenti alla mia auto.
Negli gli ultimi due-tre anni ho dovuto fare i conti con le aggressioni non più verbali, ma fisiche da parte di alcuni concittadini e soprattutto da qualche ex Consigliere Comunale (già ex Assessore) convinto che la violenza fisica possa imbavagliare la stampa libera.
Di altra natura poi, e forse ben più gravi, sono state le “violenze” da me subite con le vessazioni e discriminazioni messe in campo dall’ex sindaco prima e dalla sua “staffista portavoce” (giornalista professionista) poi, che “strategicamente” decisero di escludermi dalla LORO mailing list istituzionale, perpetuando tale comportamento, malgrado più volte da me segnalato a LORO, ma soprattutto sia al SUGC (Sindacato Unitario Giornalisti della Campania) sia alla sezione regionale dell’Ordine dei Giornalisti.
Lo stesso Sindacato e lo stesso Ordine che, contrariamente a quanto fatto nel mio caso, non mancano di attivarsi – e pure con celerità – quando sia la staffista che qualche “collega” oplontino hanno chiesto di deferirmi ai rispettivi Consigli Disciplinari, solo perchè ho nettamente preso forti posizioni verso la scarsa deontologia professionale espressa da chi, a mio giudizio, essendo “asservito” al potere, dallo stesso potere viene anche “privilegiato”.
I miei scritti, sulla mia testata o sui social, sono stati sempre motivati sia dal mio alto senso di coscienza civica e sia, in qualità di foto video giornalista, da un alto e dignitoso senso deontologico e professionale che mi ha costantemente caratterizzato spingendomi solo a voler INFORMARE.
Per questo motivo ho sempre svolto preventivamente una dettagliata opera di verifica delle notizie e fonti in mio possesso, spesso recandomi sui luoghi e realizzando – anche rischiando in prima persona – fotografie e video servizi estremamente eloquenti che denunciavano, senza interpretazioni di sorta, il tanto disinteresse e disfattismo istituzionale.
Altre volte, invece, ho proceduto attraverso l’analisi e lo studio di documentazione e atti spesso nascosti, irregolari o, peggio inesistenti, informando su dettagliate procedure che, per lo più, risultavano anomale – se non illegittime – a tal punto da essere stato obbligato anche a comunicare a quegli Organi superiori che hanno la competenza del controllo amministrativo e giudiziario degli Atti pubblici.
Infatti fu L’ANAC di Raffaele Cantone che – su mie segnalazioni dettagliate di scarsa Trasparenza Istituzionale – per ben cinque volte “bacchettò” la precedente Amministrazione Comunale, nella persona del suo Sindaco e del “suo” Segretario Comunale (Responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione) ancora oggi in servizio presso l’Ente e che qualche giorno fa ha oltretutto dichiarato, su un noto quotidiano locale, che “il 98% dei contratti sono stipulati senza certificati antimafia”.
Come se non bastasse, in concomitanza con le direttive imposte dall’ANAC, in una “urgentissima” seduta di Giunta Comunale, “anomala e ad personam” convocata appositamente, si decise di affidare ad un legale (con incarico diretto) la “lettura e la valutazione” dei miei scritti affinché si potesse ravvedere l’ipotesi di una qualche forma di reato.
Ma in queste ultime settimane, alla luce anche di gravi episodi che molto probabilmente metteranno a rischio la salute e l’incolumità dei cittadini oplontini, ho evidenziato – ripetendomi ancora – anomalie ed irregolarità, ed in particolare ho riproposto alcuni miei articoli di qualche anno fa che oggi, alla luce di nuovi sviluppi (nuove inchieste, conclusioni di indagini, riaperture di nuove indagini, violazioni e deroghe a norme ed articoli, affidamenti senza bandi, concessioni varie e di qualsiasi genere sempre “ad personam”, silenzi e assenze strategiche di particolari consiglieri comunali in sedute importanti di Consiglio Comunale, etc.) sono risultati “preveggenti” o, comunque, hanno evidenziato la mia lungimiranza nel voler tentare di informare preventivamente gli ignari (e spesso ignavi) concittadini di Torre Annunziata.
Forse il “riproporli oggi” con una diversa lettura dei fatti, avrà spinto qualcuno ad “armare” quella mano affinché scrivesse il macabro pizzino da me prontamente consegnato ai carabinieri.
Forse è stata solo una bravata, un “fake pizzino” di qualche buontempone in vena di brutti scherzi?
Non lo so e lascio questo “enigma” non solo alle indagini che seguiranno, ma al grande fiuto e alla grande attività giornalistica di quegli attenti “colleghi oplontini”, abituati a spulciare l’Albo Pretorio di Torre Annunziata.
Principalmente spero in quei colleghi che guidarono la Mehary appartenuta a Giancarlo Siani e che furono individuati quali “giornalisti che ogni giorno combattono l’illegalità”, da quell’architetto, ex assessore oplontino (coordinatore della stessa “passerella” commemorativa), da sempre qualificatosi “amico di Giancarlo” ma definito per ben due volte “reticente” dal magistrato che riaprì il caso Siani.
Non sono un eroe e nemmeno voglio esserlo, per farne pretesto di speculazione e spettacolarizzazione, ma alla luce dell’enorme indifferenza e del poco sostegno che ho riscontrato da parte di TUTTI, ho deciso di desistere e dedicarmi ancor di più ad altro.
Una cosa è certa: hanno vinto LORO!
“LORO” di Oplonti”.