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Finale Coppa Italia, Buffon al Quirinale: “L’Italia non può essere mediocre”

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Si avvicina il giorno della finale di Coppa Italia, che si disputerà domani alle ore 21 allo stadio Olimpico di Roma. Oggi le due squadre finaliste, Milan e Juventus, sono state ricevute dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale.

Buffon al Quirinale: “Siamo sempre stati un’eccellenza”

Di seguito le parole del capitano della Juventus Gianluigi Buffon, riportate da La Gazzetta dello Sport“L’Italia non può essere una nazione mediocre, siamo sempre stati un’eccellenza e dobbiamo continuare ad esserlo”.

“La ringraziamo per averci trasmesso questo invito, al quale abbiamo risposto con grandissima gioia e partecipazione – dice Gigi Buffon -. Siamo qua a rappresentare il calcio italiano per quello che domani sarà una semplice finale di Coppa Italia. È una coppa che è stata rivalutata in questi ultimi anni, rispetto allo svilimento degli ultimi tempi. Questo fa capire che quando c’è sentimento e voglia si può rendere bello qualcosa che è in declino. Sono state molto brave le istituzioni del calcio. Sappiamo benissimo cosa significhi rappresentare Juventus e Milan in questa partita, noi da parte nostra possiamo promettere massimo impegno e lealtà e saremo i primi a stringere la mano al Milan in caso di vittoria e mi auguro il contrario in caso di nostra vittoria. Alcuni segnali distensivi, spesso, fanno bene non solo allo sport. Non è compito mio entrare nel merito della politica, quello che le chiedono tutti gli italiani è quello di renderci orgogliosi e di avere fiducia per un futuro migliore sotto tutti i punti di vista. Lo meritiamo noi italiani per la storia che abbiamo. L’Italia non può essere una nazione mediocre. Siamo stati sempre un’eccellenza in tantissime cose e dovremo continuare ad esserlo. Ci affidiamo a persone di valore come lei”.

Finale di Coppa Italia, le parole di Bonucci al Quirinale

Anche il capitano del Milan Leonardo Bonucci ha preso la parola al Qurinale alla vigilia della finale di Coppa Italia contro la sua ex squadra: “A nome di tutto il Milan, che è mio onore rappresentare in questa sede, ringrazio il presidente per questo invito. A lei e a tutti i presenti, compresi i miei avversari per i quali nutro ancora un grande affetto. Voglio raccontare un episodio che mi ha colpito in questo ultimo weekend. Ho avuto il prestigio di conoscere Ermanno, un ragazzo di vent’anni affetto da sindrome di Down, che ha voluto partecipare con dolcezza e commovente spontaneità ad osservare Milan-Hellas. Quando ci siamo incontrati a fine partita, quando ci siamo incontrati e avere la possibilità a stare insieme a chiacchierare, non ha mai pronunciato la parola partita. Per sua stessa emozione e gioia è stata solo una festa, vissuta con entusiasmo ed entusiasmo senza pari, che ha contagiato tutti, in primis la mia famiglia. Ermanno mi ha insegnato che si può trasformare una sfida ad alto contenuto agonistico in uno spettacolo rispettoso dei valori che incarnano il nostro sport. Noi e la Juventus abbiamo il dovere di celebrare la grande festa del calcio. Il Milan farà la sua parte e per esperienza diretta lo farà anche la Juventus. Troppo spesso si perdono di vista le reali finalità di questa disciplina, godiamoci la festa e facciamo divertire i milioni tifosi che ci guarderanno”.

L’augurio di Mattarella a Milan e Juve

“Quando l’arbitro non si nota vuol dire che i protagonisti stanno svolgendo bene il loro compito”, osserva invece il Presidente Mattarella. Che riprende il paragone con gli arbitri, “miei colleghi”, ricordando che nel suo discorso di insediamento davanti alle Camere riunite si era paragonato proprio a un direttore di gara: “In quell’occasione ho chiesto anche ai giocatori di aiutare l’arbitro, che può condurre bene un incontro se c’è un impegno leale dei giocatori. Vedo spesso tanti esempi di correttezza durante e dopo il gioco, sono esempi importanti perché si trasmettono ai giovani”.
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