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Fiscal Compact, il comune di Napoli è critico

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NAPOLI. Dopo 3 anni e mezzo dall’entrata in vigore in Italia del cosiddetto Fiscal Compact, il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria sottoscritto dagli stati membri dell’Unione Europea nel 2012, i Parlamenti nazionali sono chamati a valutarne l’efficacia entro la fine di quest’anno.
Visti gli effetti deleteri e i danni sociali provocati in Italia dal suddetto accordo, l’Amministrazione di Napoli chiede al Parlamento di esprimere giudizio negativo sulla sua efficacia, ritirando contestualmente l’adesione del nostro Paese all’accordo e impedendo, così, che venga incardinato nel diritto dell’Unione Europea.

Tale trattato ha, infatti, reso ancora più stringenti le politiche di austerità, attraverso l’imposizione della regola per cui il debito di ogni paese deve rimanere o ritornare al di sotto del 60% del Pil entro i prossimi 20 anni, con conseguenti tagli alla spesa pubblica pari ad oltre 50 miliardi di euro. In soli 3 anni, queste misure stringenti hanno provocato enormi danni sociali, come il forte aumento della povertà e la messa in discussione di diritti primari come il lavoro (37% di disoccupazione giovanile), la salute (12 milioni di persone che rinunciano alle cure) e l’istruzione (15% di abbandono scolastico).

L’Amministrazione Comunale esprime quindi la sua piena contrarietà nei confronti del trattato, invitando il Parlamento e l’Anci a prendere analoga posizione, affinché, in sede Europea, si avvii una più ampia discussione per il superamento di tutti i regolamenti che hanno scaricato la gran parte delle misure liberiste e di austerità sugli enti locali.

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