Francesco Borrelli è stato aggredito e minacciato di morte nel corso dell’iniziativa promossa dallo stesso deputato che, questa mattina, ha deposto una corona di fiori in ricordo di Francesco Pio Maimone a Napoli.
Napoli, Francesco Borrelli aggredito e minacciato di morte
Momento di tensione a Mergellina nella mattinata odierna, venerdì 29 marzo, durante l’iniziativa promossa dal deputato Borrelli che ha deposto una corona di fiori in ricordo di Francesco Pio Maimone, il pizzaiolo ucciso per errore da un colpo di pistola. Nel corso dell’iniziativa all’esterno dello chalet Agostino «alcuni parenti del testimone chiave, che quella sera lavorava presso lo chalet e ha ritrattato la sua versione in Tribunale venendo incriminato dal giudice per reticenza, hanno avvicinato il deputato insultandolo pesantemente e minacciandolo di morte».
La denuncia
«Di fronte all’arroganza e alla violenza della camorra non si deve voltare la faccia ma bisogna schierarsi dalla parte giusta. Per questo siamo venuti a Mergellina per deporre dei fiori e per chiedere giustizia per Francesco Pio Maimone, proprio nel luogo dove fu ucciso – spiega Borrelli – Lo abbiamo fatto all’indomani della vigliacca ritrattazione della testimonianza chiave che potrebbe inchiodare l’assassino da parte di un lavoratore dello chalet Agostino che ha assistito alla tragedia e che è stato così incriminato dal giudice. Da un lato servono segnali forti nei confronti di chi è connivente e tutela i camorristi, dall’altro dobbiamo far sentire la vicinanza delle istituzioni e della città alla famiglia di Francesco Pio Maimone».
«A Mergellina da anni esiste un sistema di illegalità diffusa che costituisce terreno fertile per crimini gravi – ha aggiunto Borrelli – e lo stesso chalet Agostino ne è una prova illuminante: una struttura saldata al corrimano del lungomare con occupazioni probabilmente abusive di fioriere, musica ad alto volume fino al mattino con frequentazioni assidue, come ammesso anche oggi dai parenti del testimone, da parte di criminali. Questi luoghi vanno chiusi, come accaduto per il locale di piazza Municipio all’esterno del quale fu ucciso Giovanbattista Cutolo».