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Mergellina, 19 chioschi chiusi per irregolarità, i gestori si ribellano: “non siamo delinquenti”

chioschi chiusi Mergellina
Lungomare Mergellina
Lungomare Mergellina

I gestori dei 19 chioschi di Mergellina chiusi nei giorni scorsi dalla Polizia Municipale di Napoli per irregolarità “non ci stanno” e dicono la loro. “Non siamo i delinquenti“.

Mergellina, 19 chioschi chiusi dalla Polizia Municipale, i gestori si ribellano: “il comune ci riceva”

Nei giorni scorsi la Polizia Municipale di Napoli ha chiuso 19 chioschi di Mergellina “per irregolarità“: tra queste la mancata autorizzazione paesaggistica e la vendita in postazione fissa invece che mobile.

I gestori dei chioschi per non ci stanno e si ribellano dicendo la loro: “Non siamo delinquenti, né camorristi come ci hanno dipinto. Abbiamo sempre pagato tutti i tributi e se c’è qualcosa che dobbiamo fare per poter riaprire rispettando le norme, lo faremo. Il comune, a tal proposito ci riceva”.

Il danno d’immagine ed economico

In seguito a questa vicenda i gestori lamentano di aver subito non solo un grosso danno d’immagine ma anche dal punto di vista economico data la chiusura forzata in piena estate: “I prodotti li dobbiamo spesso pagare, i frigoriferi sono accesi anche se i chioschi ora sono chiusi per sequestro“.

Forti e pungenti le parole di Francesca Presutto, figlia di uno dei titolari del chiosco “O Lucian”, che in merito all’accaduto dice: “Non ci stiamo a passare per delinquenti. È brutta l’immagine che stanno dando di noi. Una famiglia come la nostra ha sempre lavorato tenendo sempre lontano certe pratiche e certi ambienti”.

Salvatore Buoninsegni, gestore dello chalet Pelè invece ci tende a chiarire: “Abbiamo sempre pagato i tributi. Non vogliamo essere tacciati di essere degli abusivi che speculano” e che “i chioschi ora sequestrati sono stati autorizzati dal Comune e dall’architetto dell’urbanistica”.

L’appello al comune dei titolari

In attesa di notizie da parte della Procura, i gestori hanno deciso di fare un appello al comune di Napoli.

Alcune delle parole di Luciano Presutto, altro gestore de “O Lucian”: “Le concessioni vengono definite ambigue ma sono 60 anni che vengono definite così. Chiediamo al Comune di riceverci e risolvere la faccenda. Noi siamo disponibili, ci attendiamo un passo dalla giunta”.

Non resta che attendere quindi gli sviluppi delle indagini e degli approfondimenti della Procura di Napoli sulla questione.

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