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Giornalista Nemo aggredito dai Casamonica: “Non è cambiato niente”

“Il ministro Minniti disse che non esistono zone franche. Esistono, invece, e sono tante nel nostro paese”. Inizia così lo sfogo – e la spiegazione di Nello Trocchia, giornalista di Nemo, aggredito questa mattina insieme al filmaker Giacomo del Buono davanti alla casa di un esponente della famiglia Casamonica.

Lo sfogo di Nello Trocchia dopo l’aggressione dei Casamonica

“Alla Romanina, Roma, comandano da anni i Casamonica, lo abbiamo scritto in tanti. Questa mattina l’ennesima scena di impunità e arroganza”, spiega Trocchia. “Si sentono intoccabili, anni di domiciliari, sconti e salvataggi miracolosi. In questo, come in altri, territori ho incontrato nostri concittadini, di origine straniera, che denunciano e si ribellano”.

“In loro – prosegue il giornalista – non è sedimentata la mafiosità che tiene dentro omertà e subalternità. Ritengono le istituzioni le uniche autorità riconosciute e non altre e così denunciano. Rischiano e denunciano. Sono tanti i cavalieri della Repubblica poi travolti da inchieste, vorrei vedere loro insigniti dei massimi riconoscimenti, vorrei vedere una città spendere e mangiare i loro panini e bere il loro caffè. Non perché sono eroi, perché riempiono di normalità la lotta alla mafia. Non capiscono perché non avrebbero dovuto denunciare”.

“E non capendolo demoliscono un caposaldo della mafia: l’omertà che è questione sociale e non territoriale. Impera dove i poteri riconosciuti non sono quelli statuali. Come succede alla Romanina. Ieri una signora mi ha detto: “Vorrei scappare, ma non ho soldi per andare via”. A tre anni dai petali e dal funerale non è cambiato niente, ma questa denuncia è un colpo mortale alla tracotanza di un clan, mai così definito in un’aula del tribunale e anche questa è una parte, rilevante, del problema. Perché a Roma, come diceva il prefetto Pecoraro, la mafia non c’è, solo piccole bande”, conclude Nello Trocchia su Facebook.

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