Cronaca Napoli, Napoli

Grande festa a Napoli per la vittoria dell’Argentina

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Tutta Napoli è scesa in piazza per festeggiare la vittoria dell’Argentina ai Mondiali. Una vittoria che riconferma il legame tra i napoletani e la nazionale sudamericana. Un’unione che porta il nome di Diego Armando Maradona.

Festa a Napoli per la vittoria dell’Argentina

L’Argentina ha vinto grazie ai due gol di Leo Messi e Ángel Di María, il primo segnato su rigore al 23esimo minuto, il secondo al 36esimo. Una partita difficile per la Francia, che più che cercare l’occasione per segnare un gol, si è dovuta impegnare per non far segnare altre reti alla nazionale sudamericana. Ma in 90 minuti di gioco, più i minuti di recupero, possono succedere tante cose. Infatti con un rigore all’80esimo minuto e un gol nel minuto successivo Kylian Mbappé, ribalta le sorti della partita.

Si passa così ai tempi supplementari. Nei secondi tempi supplementari, al 108esimo minuto, Leo Messi segna il suo secondo gol. I galli raggiungono gli albiceleste con un gol segnato su rigore, al 118esimo, da Kylian Mbappé. Decisivi, dunque, i calci di rigore per l’Albiceleste.

I festeggiamenti a Napoli sono stati estremamente calorosi. I tifosi argenti a Napoli si sono radunati in piazza Dante. Altri tifosi, invece, sotto il maestoso murale dedicato a Maradona, in via Via Emanuele de Deo, presso i Quartieri Spagnoli.

Il legame con l’Argentina

Il murale, realizzato nel 1990, quando il Napoli vinse il secondo scudetto, ricorda pienamente quanto sia viscerale l’unione tra le due squadre, o meglio tra i due popoli. Un legame che nasce proprio con l’arrivo di Maradona nel Napoli, nel 1984. Una sorpresa per i tifosi napoletani e la nascita di un eterno amore tra el Pibe de Oro e i partenopei.

Maradona e Napoli

Maradona è il simbolo ed eroe dello sport. Rappresenta quella voglia di riscatto dei deboli e di chi viene discriminato per le sue umili origini. Forse è anche per questo che i tifosi del Napoli lo hanno amato fin da subito. Un amore che nel tempo si è evoluto. Prima era amato e adorato per i due scudetti vinti, poi questo amore è divenuto più ragionato: l’amore per un uomo di umili origini che ha avuto la possibilità di riscattarsi, una persona che ce l’ha fatta.

Maradona incarnò perfettamente lo spirito di rivincita delle classi povere spirito. Inoltre lui si schierò contro i “poteri forti”: in particolar modo con i napoletani che lo videro come un rappresentante degli “oppressi” del Sud Italia che lottava contro lo “strapotere” delle squadre del Nord. Numerose furono anche le “battaglie” combattute contro i “poteri forti” come la FIFA (e il suo presidente Havelange), e la AFA presieduta da Grondona.

Il capello di Maradona

A Napoli, in una via pubblica, gli è stato dedicato un altarino con una foto nella quale indossa la maglia del Napoli e un suo capello in una teca, dove i tifosi si recavano prima delle partite a chiedere la “grazia calcistica”. L’11 maggio 1991 fu celebrato nella città partenopea un convegno in onore di Maradona, intitolato Te Diegum, al quale presero parte molti intellettuali tifosi della squadra azzurra. Il report di questa esperienza (oltre che della sua preparazione) è riportato in un libro omonimo, pubblicato nello stesso anno.


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I murales a Napoli

A Napoli ci sono due murales dedicati al Pibe de Oro. Il primo realizzato nel 1990 da Mario Filardi, dopo la vittoria del secondo scudetto. Filardi, un giovane artista che allora abitava ai Quartieri Spagnoli ed aveva 23 anni, realizzò il murale grazie a una colletta organizzata dai tifosi del quartiere. Creò il grande ritratto di Maradona in due notti e tre giorni. E a disegno finito fu organizzata una grande festa con gli immancabili fuochi d’artificio.



Nel tempo il murale, realizzato con semplici vernici, iniziò a sbiadirsi e nel 1998, nel punto del muro dov’era la testa di Diego, fu aperta anche una finestra. Purtroppo l’autore del murale Mario Filardi non c’era più e un artigiano del luogo, Salvatore Iodice, nel 2016 si prese l’incarico di restaurarlo. Il Comune di Napoli gli fornì anche un carrello elevatore. Un ulteriore rifacimento fu compiuto a ottobre del 2017, quando il grande street artist argentino Francisco Bosoletti, a Napoli per altre opere, rifece di nuovo il volto del murale di Maradona.

Il secondo murale è stato realizzato a San Giovanni ad opera di Jorit Agoch, il bravo artista napoletano con origini olandesi. L’artista inserì il fuori classe nella sua Human Tribe nel 2017. L’opera si trova sui muri delle case popolari di via Taverna del Ferro.


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