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L’immunoterapia riduce la mortalità nel tumore al polmone, i ricercatori del Pascale: “Il 20% dei pazienti sopravvive a 5 anni dalla diagnosi”

Istituto Pascale, Napoli
Istituto Pascale, Napoli
Istituto Pascale, Napoli

L’immunoterapia riduce la mortalità nel tumore al polmone. I ricercatori dell’Istituto Tumori Pascale affermano: “Con la chemioterapia solo il 5,5% dei pazienti sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, mentre con l’immunoterapia la percentuale sale al 20%”.

L’immunoterapia riduce la mortalità nel tumore al polmone: i dati

Le prospettive per i pazienti affetti da tumore al polmone stanno migliorando grazie all’uso dell’immunoterapia, sia prima che dopo l’intervento chirurgico, o in combinazione con la chemioterapia. Questo è quanto riportano gli esperti dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli. Con 44.000 nuove diagnosi ogni anno, il tumore polmonare non a piccole cellule è la seconda forma di cancro più comune in Italia, dopo il tumore al seno. Quando la malattia è in fase avanzata e la chirurgia non è più praticabile, l’obiettivo delle terapie diventa il controllo delle metastasi. Fino al 2010, nessun farmaco aveva dimostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza dei pazienti, come evidenziato nella comunicazione del Pascale.

“Nei casi di malattia avanzata, solo il 5,5% dei pazienti sottoposti a chemioterapia era vivo a cinque anni dalla diagnosi. Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente con l’introduzione dell’immunoterapia: gli ultimi dati mostrano che la sopravvivenza globale a cinque anni per i pazienti trattati con immunoterapia in combinazione con chemioterapia è più che raddoppiata, superando il 20%. Questo è dovuto al fatto che i pazienti riescono a mantenere una malattia stabile e sotto controllo grazie all’uso di anticorpi che aiutano il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali.”

“Oggi esistono diverse strategie terapeutiche per i pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule. Nel contesto dello studio Keynote 671, il dottor Alessandro Morabito, direttore della Struttura Complessa Toraco Polmonare dell’Istituto dei Tumori di Napoli, ha spiegato che l’uso dell’immunoterapia con pembrolizumab, sia prima che dopo l’intervento chirurgico, ha portato a una riduzione del rischio di progressione del 40% e a un miglioramento della mortalità di circa il 30%. Questi risultati sono stati confermati anche in altri studi, come Checkmate 816, Checkmate-77T e AEGEAN, che hanno utilizzato diversi immunoterapici, tra cui Nivolumab e Durvalumab. Inoltre, in tutti questi studi, si è registrata una percentuale di risposte complete patologiche, ovvero una regressione totale del tumore, in circa il 20% dei casi dopo il trattamento con immuno-chemioterapia.”