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Intervento a Boston, i genitori di Mariarosaria: “Vogliamo aiutare gli altri”

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Mariarosaria e la famiglia

Sorride e ringrazia i presenti, è Mariarosaria la bambina di Castellammare di Stabia che è stata sottoposta negli scorsi mesi ad un intervento a Boston: ora i genitori vogliono aiutare gli altri. Lo riporta Il Mattino.

Mariarosaria sottoposta ad intervento a Boston, ora i genitori vogliono aiutare gli altri

Mariarosaria si è presentata con un vestito a fiori e i capelli raccolti, solare come sempre e felice di aver ripreso la propria vita: “Grazie a tutti voi che siete qui, grazie perché avete riparato il mio cuore”, si sente l’emozione nella voce dalla famiglia Graziuso che dopo aver ricevuto tanto ora vorrebbe ripagare l’affetto ricevuto. “Nel febbraio scorso abbiamo vissuto il momento più difficile, l’aut aut da Boston era chiaro, operazione entro tre mesi o rischio trapianto – racconta il papà di Mariarosaria – sono rimsto impietrito da quelle parole, non sapevo cosa fare. Mia moglie invece ha reagito subito e avviato quello che per noi è stato un percorso ricco di emozioni, amicizia, forza, solidarietà”.

La cifra per l’intervento di 200mila euro più la permanenza a Boston di 300mila euro è stata interamente coperta dalla raccolta fondi avviata in città, dalle associazioni, cittadini e scuola: “Il giorno più emozionante è stato a Gragnano, un bambino aveva dimenticato la sua donazione e ci donò la sua catenina che aveva al collo con l’immagine di San Ciro. Non ho parole per ringraziare, i bambini ci insegnano con i loro gesti spontanei”. “Oggi Mariarosaria sta bene – racconta la mamma- quando litiga e corre per casa con il fratellino io sono felice. Il suono delle loro voci mi dice che va tutto bene. Certo al sua resta una patologia grave, l’intervento sarà superato solo dopo mesi, ora conduce una vita normale.”

“Stiamo già facendo da ponte per altre tre famiglie italiane che hanno lo stesso problema di nostra figlia, li abbiamo messi in contatto con Boston e stiamo parlando con l’equipe americana per poter abbassare i costi. La sanità americana in questo ambito è più avanti rispetto a quella italiana in tante cose. Io ero in terapia intensiva con mia figlia quando si è risvegliata, ha subito un intervento importante ma gestito con normalità come se fosse una routine”.

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