Cronaca Napoli, Napoli

San Martino e i lavori senza fine: “Quando termineranno”

Vomero, San Martino, struttura provvisoria

NAPOLI. Sullo stato d’abbandono nel quale versa da tempo l’area di San Martino al Vomero, uno dei posti più belli e suggestivi di Napoli, da dove è possibile ammirare un panorama mozzafiato, ma che dal novembre del 2016 è al centro d’interminabili lavori di riqualificazione, interviene ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari.

Lo stato dell’area di San Martino al Vomero

“In quest’area si trovano beni artistici e ambientali unici al mondo, come la Certosa e il Museo di San Martino con la passeggiata dei monaci e Castel Sant’Elmo – afferma Capodanno -. Eppure i turisti che si arrampicano sulla collina per ammirare queste bellezze sono decisamente pochi rispetto alle notevoli potenzialità della zona”.

“Peraltro – sottolinea Capodanno – l’area è in parte adibita a cantiere dal momento che diverso tempo sono in esecuzione lavori alla facciata su piazzale San Martino, che appare completamente coperta da tubolari e teli. Dal cartello di cantiere si evince che le “opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale del complesso monumentale Museo e Certosa di S. Martino/Castel Sant’Elmo” finanziati nell’ambito del PON “Cultura e Sviluppo” – FESR 2014-2020, con un importo di finanziamento pari a € 4.750.000,00 e un importo contrattuale aggiudicato di poco più di duemilioni e mezzo di euro, sono iniziati nel lontano 31 ottobre 2016. Dunque è trascorso oltre un anno e mezzo dal loro inizio senza che i lavori siano stati completati. Da cosa siano stati determinati gli eventuali ritardi non è dato sapere anche perché sullo stesso cartello di cantiere sul cartello sono stati omessi i dati sulla durata dei lavori e della data contrattuale di ultimazione di tali. Data che invece, in base allo schema tipo di tabella allegato alla circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 1729/UL del 1 giugno 1990, che disciplina le tabelle informative nei cantieri di lavoro, deve essere obbligatoriamente indicata”.

“Infatti, nel caso di lavori pubblici, la suddetta circolare non solo precisa le dimensioni di tale cartello, stabilite nelle misure minime di 1 m di base per 2 m di altezza, ma stabilisce tutta una serie d’indicazioni tra le quali il fatto che la tabella anzidetta deve essere “collocata in sito ben visibile indicato dal Direttore dei lavori, entro cinque giorni dalla consegna dei lavori stessi. Per le opere con rilevante sviluppo dimensionale, il Direttore dei lavori dovrà altresì provvedere affinché venga installato un numero di tabelle adeguato all’estensione del cantiere. Tanto la tabella quanto il sistema di sostegno della stessa, dovranno essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza e di decoroso aspetto. La tabella dovrà recare impresse a colori indelebili le diciture riportate nello schema tipo allegato alla presente con le opportune modifiche e integrazioni da apportare, ove occorra, in relazione alle peculiarità delle singole opere. In fondo alla tabella dovrà essere previsto un apposito spazio per l’aggiornamento dei dati e per comunicazioni al pubblico in merito all’andamento dei lavori. In particolare, dovranno essere indicate in tale spazio le sospensioni e le interruzioni intervenute nei lavori, con illustrazione dei motivi che le hanno determinate e con le previsioni circa la ripresa dei lavori e i nuovi tempi di completamento dell’opera”. Infine: “Gli uffici in indirizzo sono invitati a prevedere negli atti contrattuali, quale onere a carico dell’appaltatore, apposita norma di ricezione di quanto prescritto dalla presente circolare, nonché a prevedere controlli periodici sulla completa osservanza delle suddette istruzioni e clausole penali per i casi di inadempimento. Si rappresenta da ultimo che, interessando la summenzionata legge n. 55 del 1990 ogni genere di opere e lavori pubblici, gli uffici medesimi dovranno attivarsi affinché vengano adottate dagli enti interessati consimili a quella di cui all’allegato schema, al fine di una maggior chiarezza e informazione al pubblico”.

“Ad aggravare questo stato di cose – aggiunge Capodanno -, a pochi passi dalla suddetta facciata, a distanza di anni, si può osservare che il muro di contenimento, nei pressi dell’accesso al castello, risulta ancora puntellato con una struttura provvisoria in legno. Muro lungo il qualein passato insistevano anche le aperture di alcune attività artigianali, quelle dei “corallari”, che, in passato, contribuirono non poco a far conoscere l’area di San Martino in tutto il mondo, per l’abilità di questi artigiani nella lavorazione del corallo. Davvero inaccettabile che, dopo tanto tempo, debba rimanere in sito questa brutta quanto antiestetica struttura provvisoria, che rischia , a questo punto, di rimanere definitiva, dal momento che non si è ancora provveduto a far effettuare i lavori di ripristino necessari per eliminarla definitivamente”.

Sulle questioni sollevate relative alla zona di San Martino, Capodanno sollecita ancora una volta l’interessamento immediato del Ministro per i beni e le attività culturali, del presidente della Giunta regionale della Campania e del sindaco di Napoli, anche al fine di provvedere, in tempi rapidi e con interventi mirati, al rilancio turistico dell’intera area, rilancio atteso da lustri, con la possibilità, tra l’altro, di creare numerose possibilità occupazionali.

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