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Vaccini, de Magistris scrive a Lorenzin e Fedeli: “Evitare ogni discriminazione”

NAPOLI. Riportiamo di seguito il testo della lettera scritta dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris alle ministre della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Istruzione Valeria Fedeli. La missiva riguarda il tema delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini a scuola e i termini di scadenza.

Vaccini, la lettera di de Magistris a Lorenzin e Fedeli

“Desidero portare alla vostra attenzione alcune considerazioni in merito  ai termini di applicazione della norma contenuta nella legge 119/2017 “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” rispetto alle scadenze temporali, di recente ridefinite con nota n. 467 del 27 febbraio  a firma delle Direzioni dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione.

In detta nota, che peraltro distingue tra le Regioni in possesso di anagrafe vaccinale e le altre che non se ne sono dotate, si precisa che nelle prime,  tra cui si colloca la Campania,   entro il 20 marzo 2018 i dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi debbano aver invitato per iscritto i genitori/tutori/affidatari dei soli minori “non in regola con gli obblighi vaccinali”a depositare, entro dieci giorni dalla ricezione della comunicazione, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’azienda sanitaria locale; entro il 30 aprile 2018, gli stessi dirigenti e responsabili trasmetteranno la documentazione ovvero comunicheranno l’eventuale mancato deposito, alla Azienda sanitaria locale.

Nel frattempo, ai minori non in regola, ovvero i cui genitori non abbiano entro oggi presentato la documentazione, si dovrebbe precludere l’accesso ai servizi educativi, ovvero la frequenza della scuola dell’infanzia e del nido non solo per i prossimi anni, ma per questo scorcio di anno scolastico, rifiutandone l’ammissione in classe, tra i compagni e le compagne, con i maestri e le maestre da cui essi sono stati finora accolti e curati. E’ evidente che in tale maniera si farà gravare sui più piccoli il peso di un’ esclusione del tutto immotivata ai loro occhi, in contrasto con tutti i principi psico-pedagogici cui la scuola del nostro Paese si ispira,  e  in gravissimo contrasto  con  i principi ispiratori della  Convenzione dei diritti dell’infanzia e della adolescenza, ratificata dalla nostra Repubblica  con Legge n. 176 del 27 maggio 1991: in questo documento fondamentale, ispiratore delle politiche dell’infanzia degli ultimi decenni in tutti i Paesi dell’ONU,  infatti, all’articolo 2 si impone agli Stati che il bambino sia tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi familiari. E, all’articolo 3, che  in tutte le decisioni relative all’infanzia, siano esse  di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, o dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del minore debba avere considerazione preminente.

Inoltre, appare piuttosto grave la disparità di trattamento messa in campo per un segmento educativo, quello dello 0-6, che non ha certo minore dignità degli altri e che, per quanto non obbligatorio, tutela il diritto costituzionale all’istruzione, diritto che non può essere posto in posizione gerarchicamente inferiore ad altri, pur essenziali. La nostra Costituzione non ne limita l’esercizio  solo a quanti abbiano genitori/tutori/affidatari “in regola” con le leggi, ma indirizza ai bambini e alle bambine l’attenzione necessaria a “rimuovere gli ostacoli” che limitano l’uguaglianza,  non a frapporne.

Pertanto, pur comprendendo l’esigenza e l’importanza di garantire la profilassi vaccinale, considerato anche che la legge 119/17 ha fatto in modo che si raggiungessero alti tassi di copertura nella mia Città e nel Paese, ritengo che allontanare i bambini in corso d’anno possa causare gravi ripercussioni anche rispetto al loro futuro, incrinando in modo traumatico le relazioni con i pari e con gli adulti e calpestando la continuità educativa senza alcun ritorno utile. Viceversa, da qui alla fine dell’anno scolastico, sarebbe più proficua un’ulteriore azione di divulgazione di informazioni sulla profilassi rivolta alle famiglie per rinsaldare la fiducia nelle istituzioni sanitarie e consentire loro una serena valutazione nei confronti del futuro dei loro figli e del sereno prosieguo del loro percorso di crescita formativa. Azione divulgativa in cui il Comune di Napoli non manca e non mancherà di fare la propria parte, in concordia e sinergia con le altre Istituzioni deputate.

Sono convinto che concordiate che nessuna violenza, neppure indirettamente, debba colpire l’infanzia, tanto più se esercitata dalle Istituzioni e nei luoghi in cui essi ripongono le proprie aspettative di sicurezza, affetto, solidarietà e sereno sviluppo.

Spero che per tali motivi vogliate accogliere la richiesta di un ripensamento che proroghi i tempi normativi previsti, consentendo ai bambini seppure non ancora regolarmente vaccinati, una regolare conclusione dell’anno scolastico 2017/18. Confido in un positivo riscontro e vi trasmetto i sensi della mia stima”.

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