NAPOLI. Luci sulla frontiera è il docufilm che mette al centro della scena i cosiddetti sacerdoti di strada, ovvero quei “ministri di Dio” che scelgono di operare concretamente al fianco degli ultimi. Il set è ancora una volta la città di Napoli e, in particolare le zone più periferiche del capoluogo partenopeo.
Un viaggio per l’umanità
Luci sulla frontiera, opera su cui ha lavorato anche Roberto Saviano in qualità di voce narrante, come riporta l’Ansa, è spiegata dalla giornalista Ilaria Urbani: «I missionari metropolitani operano in territori diventati spesso invisibili allo Stato e alle classi dirigenti – spiega Urbani, che scrive su La Repubblica e all’argomento ha già dedicato un libro, La buona Novella – Sono preti di strada, testimoni di un’altra chiesa possibile che già prima dell’arrivo di Papa Francesco, dà un volto all’ascolto, alla solidarietà, alla comunità, alla dignità, alla libertà, alla pace. In nome dell’umanità’».
Nel docufilm, presentato ad alcune scolaresche napoletane in collaborazione con Moby Dick per un progetto di alternanza scuola lavoro dedicato al cinema, si fa la conoscenza con cinque sacerdoti: don Franco Esposito, padre Antonio Loffredo, don Gaetano Romano e don Felix Ngolo dal Congo.
Un viaggio romanzato tra le periferie di Napoli che mostra a tutti il vero volto della missione umanitaria dei preti e soprattutto la situazione di zone e quartieri come Poggioreale, San Giovanni a Teduccio e il rione Sanità che troppo spesso vengono raccontate secondo punti di vista quasi totalmente omogenei.