Arriva da una casa famiglia di Aversa la storia del piccolo Michele, un bimbo sordo a cui la madre ha rubato l’apparecchio acustico prima di abbandonarlo: il piccolo, di 9 anni, ha scritto una letterina a Babbo Natale per chiedergli aiuto. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.
Aversa, madre ruba l’apparecchio acustico del figlio sordo: il bimbo scrive una letterina a Babbo Natale
“Caro Babbo Natale, sono Michele, un bambino di 9 anni. Ho origini rumene ma sono nato qui in Italia. Ho due occhi grandi e il naso a patatina. Per sentire ho bisogno di due apparecchi cocleare, uno l’ha portato mia mamma con sé, l’altro l’ho perso al parco. Ho imparato a leggere il labiale e sono bravo a comunicare ma ho bisogno di un altro apparecchio per sentire la voce dei miei amici, dei miei operatori e un giorno dei miei genitori nuovi. Caro Babbo Natale mi puoi aiutare? Ti voglio bene. P.S. Ha scritto l’operatrice perché io non so scrivere bene”
In poche righe vi è quasi tutta la storia del piccolo Michele, 9 anni. L’apparecchio acustico di cui parla il bambino nella letterina gli è stato rubato dalla madre, prima che si allontanasse dalla casa famiglia di Aversa dove viveva con il figlio, e dove Michele si trova tutt’ora. Prima di andarsene la donna, di nascosto, lo ha infilato nello zaino con l’intenzione di rivenderlo successivamente.
La solidarietà
La letterina di Michele è finita tra le oltre trecento buste raccolte dalla “Spa” – Società per amore – di Anna Di Biase. «Quando l’ho letta non potevo crederci. – spiega – Vi assicuro che ne sentiamo di tutti i colori, ma una mamma che porta via l’apparecchio acustico al figlio e se lo vende, ben sapendo il danno enorme che gli provoca, ammetto che ci mancava. Ora abbiamo visto pure questo. In ogni caso siamo pronti: dobbiamo aiutare quel piccino, sotto l’albero troverà ciò che chiede. Non chiedetemi come ma non perdo l’ottimismo: in qualche modo si farà altrimenti non saremmo la “Società per amore”».
La storia di Michele
La storia di Michele è stata raccontata da Carmine Verino, responsabile educativo della Comunità che lo ospita. Il piccolo ha nove anni, è nato a Napoli da una donna rumena, mentre il padre è ignoto. Il bimbo è affetto da ipoacusia dalla nascita. «Inizialmente Michele viveva qui con sua madre. I carabinieri lo trovarono una sera mentre vagava in solitudine per le strade di Casal di Principe, lo fermarono, rintracciarono la madre e ce li affidarono entrambi» spiega Carmine Verino.
«Abbiamo capito quasi subito che da parte della donna non c’era alcuna volontà di abbandonare vizi e dipendenze. Non aveva intenzione di cambiare vita e soprattutto di occuparsi di suo figlio che, anzi, rappresentava un intralcio alle sue attività» aggiunge Verino.
Da qui la decisione di mandarla via per evitare che continuasse a usare la casa famiglia come un albergo: «Quando Michele ha cominciato a cercare invano il suo apparecchio lo abbiamo capito subito, solo lei poteva essere stata ma ormai era troppo tardi. Ovviamente è partita la denuncia all’autorità giudiziaria, abbiamo anche cercato di rintracciarla, decine di telefonate e messaggi senza mai ricevere risposta. È rispuntata sui social: grazie alle foto che postava sui suoi profili si è scoperto che era tornata in Romania. Il bambino intanto è stato inserito nel circuito per affido e adozioni».
Su un punto Verino vuole essere chiaro: «Si tratta di dispositivi forniti dal Servizio sanitario nazionale, e Michele ne ha già avuto uno. Abbiamo avviato le procedure per chiederne un altro che prima o poi arriverà ma non sappiamo quando: sono apparecchi molto costosi, tra l’altro delicatissimi che un bambino così piccolo rompe facilmente, e anche il Servizio sanitario ha dei limiti oltre i quali non è possibile andare. In passato, facendo una colletta, siamo riusciti a comprarne uno, dubito che potremmo farcela di nuovo».
Il commento di Anna Di Biase
Nasce così l’idea di scrivere la lettera a Babbo Natale e consegnarla nelle mani di Anna Di Biase: «Quest’anno sono tantissime, più di trecento – racconta la coordinatrice della “Spa” – le abbiamo raccolte negli ospedali e nelle case famiglie. In alcuni casi, e questo è il vero dramma, i bambini non chiedono giocattoli ma un lavoro per i genitori, una casa decente dove vivere, la guarigione dalla malattia e una vita serena». Ogni lettera raccolta dai volontari della “Spa” sarà consegnata ad altrettanti benefattori che nei limiti del possibile si occuperanno di esaudire i desideri dei bambini. «Il nostro obiettivo – conclude Anna Di Biase – è quello di regalare, almeno a Natale, un momento di gioia a chi vive nella sofferenza e nella precarietà».