Il Comune di Torre Annunziata, uno dei più importanti e popolosi della provincia di Napoli, è stato sciolto ‘anche’ per infiltrazioni mafiose. Per l’ente della città vesuviana, già interessato da un’inchiesta che aveva visto il coinvolgimento del sindaco Vincenzo Ascione, di altri amministratori, dirigenti e funzionari pubblici e presso il quale aveva lavorato una commissione d’accesso inviata dal prefetto di Napoli per una verifica sugli atti prodotti, si tratta del secondo decreto di scioglimento in appena due mesi e mezzo, dopo quello di carattere strettamente politico ingenerato dalle dimissioni di massa seguite proprio all’inchiesta che aveva tra gli indagati anche il primo cittadino Vincenzo Ascione (arrivato a sua volta a rimettere il proprio mandato lo scorso 16 febbraio).
Torre Annunziata, sciolto il Comune per mafia
Da metà marzo il Comune di Torre Annunziata è già retto dal commissario prefettizio Antonio D’Acunto. A causa dello scioglimento per infiltrazioni mafiose la città vesuviana non sarà interessata, come invece sarebbe avvenuto dopo il primo scioglimento, dal voto per le amministrative in programma il prossimo 12 giugno.
La decisione
Sulla decisione del Consiglio dei ministri è intervenuto il senatore del gruppo misto Sandro Ruotolo: ”Si tratta – dice – di un atto dovuto. Un’amministrazione già colpita da inchieste e arresti per gravi fatti di corruzione. A Torre Annunziata è tempo di dare un segnale di cambiamento. Ci sono 18 mesi per ricostruire con rigore e trasparenza una classe dirigente credibile”.