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“Malati di napolitudine”: il dialogo semiserio di Siani e De Crescenzo

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In un libro il dialogo semiserio tra De Crescenzo e Siani «sulla vita, la felicità e l’eterna saudade dei partenopei doc».

“Napolitudine”, un dialogo semiserio tra Siani e De Crescenzo

«A smania e turnà, una malinconia che assomiglia alla saudade. Luciano dice: È un tipo di nostalgia inspiegabile, perché a me Napoli manca sempre, anche quando sono là».
Un libro da leggere tutto d’un fiato è quello di De Crescenzo e Siano dove tra i tanti argomenti trattati nel libro, troviamo l’atteggiamento nei confronti dei nuovi migranti.

«Io la napolitudine la sento sempre, anche mentre passeggio tra le bancarelle di San Gregorio Armeno e sfioro i pastori creati dai maestri artigiani. Mi si arrampica sulle papille gustative, stuzzicate dal profumo delle sfogliatelle appena sfornate. Mi accompagna come l’ammuina dei vicoli, che ritrovo immutata nel tempo, o come il profilo del Vesuvio, un paesaggio unico al mondo. Insomma, questa nostalgia avvolge tutti i miei sensi e mi agguanta lo stomaco come una mano fatta di tufo, la materia vulcanica nata dalla concentrazione di lava, pomici, cenere e lapilli, su cui è costruita l’intera città

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