AFRAGOLA. Nei giorni scorsi Marco Mignogna, web designer di Afragola, è venuto alla ribalta della stampa nazionale e internazionale in seguito a un articolo del New York Times in merito alla creazione di alcuni siti prima vicini al Movimento Cinque Stelle, quindi alla Lega Nord. L’ipotesi è che dietro possano esserci influenze straniere, oltre all’utilizzo di fake news.
L’intervista
In una intervista al quotidiano Il Mattino, il web designer di Afragola si è però difeso, dicendo di non essere asservito ad alcuno, di non avere tessere di partito e di aver creato semplicemente siti che sono aggregatori di notizie, sui quali vengono pubblicate news prese da altre fonti (che vengono citate) solo, a volte, con titoli che possano attirare la curiosità del lettore. Si tratta del clickbaiting.
Marco Mignogna, a Il Mattino, ha detto di essere stato un simpatizzante di Grillo per poi avvicinarsi a Salvini. Eppure, di notizie false e offensive, come scrive Il Mattino, sui suoi siti se ne trovano.
Ad esempio, sul suo sito dedicato al M5s, una consigliera di Forza Italia indagata viene trasformata in esponente del Pd. “Me lo sta dicendo lei – ha risposto Mignogna all’intervistatore – non me n’ero accorto. L’errore può scappare, me ne scuso e quella notizia la farò togliere, ma è una notizia che è stata ripresa da altri siti, come a volte accade”.
Marco Mignogna dice anche di voler andare via dall’Italia e chiede, a margine dell’intervista, privacy: “Ora però vorrei chiedere solo il rispetto della mia privacy a tutti i suoi colleghi. Ho accettato questa intervista con la speranza che da domani non sarò costretto a tenere i miei figli in casa, perché davanti al portone ci sono i giornalisti. Sono una persona normale. Le fake news sono quelle circolate sul mio conto, non quelle dei miei siti”.